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Si può puntare su Ndombele che nella stagione non aveva quasi mai giocato?

Kvaratskhelia ha fatto vedere cose straordinarie, non ci piove. Ma i giocatori si giudicano dalle partite decisive

Si può puntare su Ndombele che nella stagione non aveva quasi mai giocato?
AC Milan's Portuguese forward Rafael Leao (C) challenges Napoli's Slovakian midfielder Stanislav Lobotka (L) and Napoli's French midfielder Tanguy Ndombele during the UEFA Champions League quarter-finals second leg football match between SSC Napoli and AC Milan on April 18, 2023 at the Diego-Maradona stadium in Naples. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

La delusione è troppa, e secondo me ci vorrà del tempo anche per analizzare con lucidità la stagione del Napoli, che però non può prescindere dal fatto che fino a tre settimane fa, dati oggettivi alla mano, tutti pensavano che ci si fosse trovati di fronte ad un’occasione irripetibile per arrivare in finale.

Su questo  non si scappa, ci si intenda bene: puoi anche andarti a stravincere uno scudetto come si sta facendo, ma se poi ti trovi di fronte un’avversaria che fa parte del novero delle squadre che alla lunga (anche se non nell’unica partita che fino ad allora ti eri giocato) hai distrutto e distanziato in quel modo e ciononostante esci così, ebbene questo è un dato che nell’analisi in questione non può essere ignorato.

C’è poco da dire sulla partita, già l’articolo di ieri di Massimiliano Gallo l’ha fotografata ottimamente (davvero incredibile, in effetti, la somiglianza di sviluppo tecnico/tattico con quella dell’88).

Il primo gol è frutto di un’azione capolavoro di Leao, che ancora una volta fa vedere quale sia, tra le due, la squadra che ha il giocatore crack in campo.

Io non so, si badi bene, se Leao in una squadra di quelle presunte top (come ad esempio il City, giusto per avere un termine di paragone che renda accettabile la sua valutazione), una squadra insomma abituata a manovrare il pallone con trame fitte e sistemiche ed a giocare contro squadre che per ciò costringe negli ultimi trenta metri di campo, possa essere il fenomeno che lascia intendere di essere: di sicuro, però, con il campo aperto davanti a sé, non esiste giocatore al mondo (forse Mbappè) così in grado di stupire chi guarda la partita.

Una cosa davvero vista poche volte negli ultimi anni.

Ad ogni modo, Leao recupera palla dopo uno stop lisciato da Ndombele (che ieri a mio avviso ha purtroppo certificato la sua inutilità calcistica per il calcio di alto livello che vorrebbe fare il Napoli), si invola verso la porta e fa quello che tutti gli hanno visto fare.

A me sorgono tuttavia una serie di domande, non da poco.

Si può, nel giro di un secondo, commettere due errori come quelli che commette Ndombele in quel frangente, e cioè lo stop lisciato in quel modo ed il non rendersi conto che, posta la lezione dell’andata, a quel punto devi spenderti un giallo per evitare che Leao parta in contro piede a campo aperto? E si può, poi, anche al netto della differenza di passo, arrancare in quel modo (ciò che a maggior ragione rende così assurdo l’errore di partenza) nell’inseguire un calciatore che comunque rimane un atleta professionista come dovresti esserlo tu? E si può puntare su Ndombele nella partita più importante della storia recente del Napoli dopo che in campionato gli hai fatto fare sì e no gli ultimi 20 minuti scarsi a partite già decise e con squadre già allungate per la stanchezza?

D’altronde, per chi pure dovrebbe essere abituato a ragionare per presunzioni, cosa mai si sarebbe dovuto pensare quando Conte lo ha lasciato venire al Napoli?

Mah.

Il gol del pareggio arriva praticamente allo scadere forse su uno dei soli tre palloni giocabili ricevuti da Osimhen, e bisognerebbe interrogarsi, in separata sede, sia sulla condizione del nigeriano, sia sulle cause che lo hanno lasciato così fuori dal gioco: e poi dicono che gli allenatori non contano, a proposito di Pioli ….

Il cross è di Raspadori, preparato tutto con il suo piede non preferito: palla ricevuta da Kvaratskhelia, subito  spostata dal destro al sinistro ad attendere il movimento del centravanti e poi crossata morbida appunto con il piede sinistro dopo un precedente leggero tocco fatto con lo stesso piede per aggiustarsela al meglio.

A proposito di Kvaratskhelia, una cosa voglio dirla (scriverla) in chiusura.

Ha fatto vedere cose strepitose, altro che.

Io continuo, in modo ossessivo, comunque a pensare a quanto male facciano le sbornie narrative che accompagnano l’irrompere di qualsiasi tipo di novità, anche calcistica, ed in tal senso continuo a pensare alla strepitosità di tutti gli articoli che gli hanno dedicato come fosse il nuovo Best, mentre sono quasi passati invano, in questi anni, fenomeni veri del calibro di Giggs o Robben, a proposito di ali di cui nessuno sembra non ricordarsi più quando si parla di fenomeni.

Io, da amico, mi limiterei a raccontargli della parabola di Higuain, ad avviso di chi scrive uno dei centravanti più forti tecnicamente che si sia visto giocare negli ultimi 30 anni, a cui tuttavia queste doti strepitose non sono bastate per evitarsi di passare alla storia come quello che sbaglia il gol che poteva far svoltare la partita nella finale di coppa del mondo del 2014 od i rigori decisivi nelle finali di Coppa America od  il rigore lanciato in curva B nella famosa partita contro la Lazio del 2015.

Io alle partite decisive do importanza, e non mi importa se non è da buono o può essere considerato irriconoscente, perché da lì passa la valutazione del (presunto) fenomeno.

Per adesso, la storia di Kvaratskhelia già passa attraverso una semifinale persa anche grazie ai suoi tanti errori, appunto sul modello Higuain.

Ha tanta strada davanti a sé, e specie se andrà a giocare in squadre di fenomeni (a cui viene continuamente accostato) potrà riempire la carriera di tantissimi successi che potranno fargli dimenticare quanto accaduto in questa settimana: ma si renda conto che ad arrivare a 30 anni ed a fare la fine di quel fantastico giocatore argentino sopra citato è davvero un attimo.

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