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Spalletti: «Non sono di quegli allenatori che pur di vincere, l’anno dopo si fallisce» (ce l’ha con Conte?)

«Non sono uno di quelli del vincere a tutti i costi e magari l’anno dopo fallire. Mi piace collaborare con la società, andare a fare un discorso più corretto»

Spalletti: «Non sono di quegli allenatori che pur di vincere, l’anno dopo si fallisce» (ce l’ha con Conte?)
Mg Milano 14/02/2023 - Champions League / Milan-Tottenham / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Antonio Conte

È stata una bella conferenza stampa quella di oggi di Luciano Spalletti. Prodigo di complimenti per Maurizio Sarri e il suo Napoli, anche se – a nostro avviso più che giustamente – ci ha tenuto a precisare che non si sente responsabile per lo scudetto del 2018 perso dal Napoli che si afflosciò dopo la sconfitta per 3-2 dall’Inter contro la Juventus.

Ha parlato dei suoi rapporti con le società e magari, chissà, ha lanciato una frecciata ad Antonio Conte che arrivò dopo di lui all’Inter per poi andar via dopo lo scudetto vinto perché cominciò la crisi economico-finanziaria dei Suning.

«Quando ho cominciato, l’obiettivo era andare più in là possibile. Non sono uno di quelli del vincere a tutti i costi e magari l’anno dopo fallire. Mi piace collaborare con la società, andare a fare un discorso più corretto. Cercando di produrre un lavoro da fare un passo per volta, lavorando ad obiettivi comuni che erano nelle possibilità di quelle società».

Ha fatto un passaggio anche su De Laurentiis in riferimento alle dichiarazioni di Adl di una decina di giorni fa quando disse che il compito dell’allenatore è allenare bene, a fare le squadre devono pensarci i club.

«Non parlo di rivincite, devo solo pensare a fare bene il mio lavoro, come dice il presidente, non devo fare altro. Mi fanno piacere i tifosi dell’Inter che hanno creato pagine per Spalletti. Si va a lavorare ancora di più in maniera corretta. Non ho rivincite personali. Ho sempre dato il massimo, mi sono sempre comportato nella miglior maniera possibile. Ho litigato sempre per il bene della società e della squadra. A quelli che sono amici di altri allenatori, fa piacere dire che io faccio confusione. Da un punto di vista mio, è sempre lo stesso. Io sono bravo se la squadra gioca bene a calcio, se preparo bene l’allenamento, se so dirgli quando è motivato o più demotivato, costruire video di 15 minuti che riescono a impressionare di più». 

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