Torna il dibattito sulla carenza di attaccanti italiani validi. Mancini dice che in Italia ce ne sono ma i club non li fanno giocare, “ma dove sono tutti questi talenti?”
Raspadori è un talento, ma come condannare Spalletti se gli preferisce un fenomeno come Osimhen?
La Gazzetta dello Sport dedica un pezzo a firma di Stefano Agresti alla carenza di attaccanti in Italia, un problema anche per il commissario tecnico Mancini. I centravanti italiani che giocano titolari in Europa sono soltanto 5, “un numero che fa spavento, perché indica una povertà assoluta, totale di attaccanti veri”.
“Un vuoto senza precedenti, diremmo. Allargando il discorso, e provando a osservarla con gli occhi del c.t. Mancini, la vicenda diventa inquietante: chi segna i gol necessari a portare l’Italia prima all’Europeo e poi al Mondiale?”.
L’allarme diventa ancora più serio se si leggono i nomi di questi 5 attaccanti, anzi “eroi”, come li chiama Agresti: Immobile, 33 anni e diversi acciacchi; Caputo, 35 anni e due reti in campionato; Okaka, 33 anni, centravanti del
Basaksehir; Pinamonti,tre reti in Serie A; Compagno, “che per farsi largo è dovuto andare in Romania dopo una carriera tra Serie D e San Marino”.
Mancini dice che i talenti in Italia ci sono ma che i club non li schierano titolari, non li fanno giocare. Agresti scrive:
“Ma dove sono tutti questi talenti? Si può guardare a Raspadori, forse, ma è ovviamente impossibile imputare a Spalletti la scelta di mettergli davanti quel fenomeno di Osimhen”.
E c’è anche il caso Scamacca, indicato come un predestinato, pagato caro dal West Ham e ora finito un po’ ai margini in Inghilterra. L’Inter vorrebbe prenderlo, ma siamo sicuri che poi giocherebbe titolare?
Agresti conclude:
“Viene un dubbio: non è che i nostri centravanti giocano poco perché non ne abbiamo di così forti? Siamo sicuri che il vero problema non sia di scuola, oppure generazionale? La sensazione è che di attaccanti davvero grandi, pronti e maturi, non ne abbiamo, e che per questo in Serie A i titolari siano quasi tutti stranieri”.