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Rabiot: «Anche senza i 15 punti possiamo qualificarci alla Champions»

A Tuttosport: «In questa stagione il migliore è Osimhen. L’attaccante del Napoli sta facendo davvero bene e devo dire che è migliorato tantissimo»

Rabiot: «Anche senza i 15 punti possiamo qualificarci alla Champions»
Mg Londra (Inghilterra) 23/11/2021 - Champions League / Chelsea-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Adrien Rabiot

Il centrocampista della Juventus, Adrien Rabiot, ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport dove ha parlato delle sue origini e dell’esperienza in maglia bianconera. Di seguito le parole di Rabiot:

«Ho iniziato più o meno a sei anni in un club a Creteil, maglia biancoblù, nella periferia di Parigi e da lì è iniziato tutto. Poi sono andato in Inghilterra con uno dei miei fratelli e mia mamma, ho giocato meno di un anno, per poi tornare in Francia: avevo 13 anni. A livello contrattuale c’è stato qualche problema e siamo tornati nel nostro Paese, prima a Pau dove giocavo nel week end e in settimana nel centro d’addestramento della zona dei Pirenei il cui direttore era Stopira. Un anno e mezzo e poi sono tornato a Parigi dove a 15 anni mi ha preso il Psg».

Rabiot ha il contratto in scadenza a giugno e ancora non ha trovato un accordo con la Juventus:

«Per il momento non ci sono novità, ma sicuramente parleremo presto, perché tra circa due mesi la stagione sarà finita e proveremo a discutere, ma io sono tranquillo. C’è la possibilità di andare via ma anche la possibilità di firmare un altro contratto con la Juve per tutte quelle ragioni che ho spiegato prima. Mi sento bene a Torino, faccio un bel lavoro nel club e c’è un buon rapporto coi dirigenti, i compagni e l’allenatore. Anche lui mi ha aiutato in due anni oltre a darmi molta fiducia. Credo che tutto questo sia importante per stare bene e quindi fare la scelta giusta per il mio futuro».

Rabiot crede nella qualificazione alla Champions League può avvenire anche dal campionato e non solo dalla conquista dell’Europa League:

«Senza i 15 punti è sicuro che riusciremmo a centrare la qualificazione per la competizione internazionale più importante. Ma sinceramente, per come stiamo andando in questa seconda parte della stagione, e tenendo conto della forza di questo gruppo, io dico che potremmo qualificarci anche se dovesse restare la penalizzazione. Io ci credo, per me noi adesso siamo secondi perché è quello che dice il campo e la squadra ha la forza per mettere pressione a chi è davanti. Se poi dovessimo vincere l’Europa League allora la qualificazione sarebbe automatica come si sa».

Sul gol di Kostic, e conseguenti polemiche, contro l’Inter domenica scorsa:

«In Italia ho capito che è sempre così, quando c’è qualcosa che può far discutere, se ne parla tanto e per tanto tempo. Da noi invece un po’ meno, ma lo capisco perché in Italia il calcio è vissuto quasi come una religione e quindi rappresenta una parte molto importante per la vita delle persone che lo seguono e sono tifosi. Per cui posso comprendere il motivo per cui da voi si parla così a lungo di tutto ciò che avviene sul terreno di gioco».

La Juve è la favorita in Europa League?

«La squadra favorita no perché ci sono ancora tante buone formazioni forti, ma ci teniamo a realizzare qualcosa di importante. Se guardo indietro a queste ultime settimane e penso alle nostre prestazioni, non posso che essere fiducioso sia per la conquista dell’Europa League sia della Coppa Italia».

Rabiot afferma che quest’anno Osimhen è il miglior giocatore della Serie A:

«Direi che per questa stagione non ho nessun dubbio nell’indicare Osimhen. L’attaccante del Napoli sta facendo davvero bene e devo dire che è migliorato tantissimo anche rispetto alla passata annata e rispetto a quando giocava in Francia nel Lille, si vedeva che aveva tantissimo potenziale ma solo ora le sta esprimendo al massimo. È davvero esploso. Quando sono arrivato, invece, il calciatore che mi aveva colpito di più era Dybala: Paulo ha colpi eccezionali che possono fare la differenza».

Su Massimiliano Allegri:

«Io credo che Allegri abbia davvero tantissime qualità. Secondo me innanzitutto sa gestire molto bene il gruppo e a volte si rivolge ai giocatori come un padre. Ha la qualità di saper parlare al meglio con tutti i componenti della rosa, comprendendone anche le caratteristiche psicologiche. Poi è fantastico per come sa incoraggiare tutto il gruppo. Anche nei momenti di massima difficoltà o pressione, lui sa sempre trovare le parole giuste con il tono giusto. Ci incita a non mollare mai ed è capace a mascherare sempre l’eventuale tensione che può provare».

 

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