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Lamm: «I giocatori guadagnano già abbastanza nei club, non possono scegliere la Nazionale per i soldi»

Alla Sueddeutsche: «In Qatar ci è mancata l’identità. Ogni singolo giocatore di Argentina, Francia e Marocco sapeva di stare giocando per l’intero Paese, noi no».

Lamm: «I giocatori guadagnano già abbastanza nei club, non possono scegliere la Nazionale per i soldi»
Germany's defender #02 Antonio Ruediger reacts after his team failed to qualify during the Qatar 2022 World Cup Group E football match between Costa Rica and Germany at the Al-Bayt Stadium in Al Khor, north of Doha on December 1, 2022. (Photo by KARIM JAAFAR / AFP)

La Sueddeutsche intervista l’ex calciatore tedesco Philipp Lahm, campione del mondo nel 2014. E’ direttore del torneo per i Campionati Europei 2024 in Germania. Parla di Rudi Völler, che ha preso il posto di Oliver Bierhoff dopo l’eliminazione della Germania dal Mondiale in Qatar.

«Conosco le qualità di Rudi, sono cresciuto con lui. Da giovane mi sono accorto di quanta gioia e passione sprigiona, di quanta disciplina trasuda. La squadra nazionale può fare buon uso di tutto ciò ed è probabilmente per questo che è stato scelto».

Secondo Lamm, la Nazionale tedesca si è un po’ adagiata dopo aver vinto il Mondiale del 2014.

«Negli ultimi dieci anni è successo relativamente poco. La Coppa del mondo 2014 è stata un punto culminante. Forse, dopo, ci si è un po’ seduti, probabilmente si è pensato: dopotutto siamo campioni del mondo!».

La domanda da farsi, secondo lui, è una: dal modo in cui si esprimono in campo i nazionali, dimostrano che la squadra è importante per loro?

«Guardiamo la finale della Coppa del mondo. Cosa ha premiato le migliori squadre del torneo? L’identità. Ogni singolo giocatore argentino sapeva per cosa stava giocando: per l’Argentina, per l’intero paese. I giocatori hanno combattuto l’uno per l’altro, l’allenatore ha vissuto questa passione. O i francesi: Olivier Giroud viene sostituito prima dell’intervallo, ma non se la prende con l’allenatore, anzi, ha la febbre in panchina tanto da ottenere il cartellino giallo per lamentele. Anche nelle semifinaliste Marocco e Croazia ogni giocatore sapeva: sto mettendo tutto quello che ho per i miei compagni. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: vogliamo vincere per le persone a casa».

Un atteggiamento che, secondo Lamm, alla Germania è mancato.

«Alla nostra squadra è mancato un po’. Dal punto di vista del talento avrebbe potuto essere in semifinale allo stesso modo. Bisogna ricominciare dall’alto. La Federcalcio deve riprendere il proprio compito: essere di nuovo presente per i suoi membri e le sue associazioni e lavorare per le persone comuni. Lo sport di base e il calcio professionistico devono essere parte di un insieme comune. E poi, anche in Nazionale, tutti devono capirlo, soprattutto tutti i giocatori: non si può più guadagnare ancora di più e ancora più premi. I giocatori nei loro club ricevono denaro più che sufficiente».

Lamm continua:

«La mia tesi è: la squadra nazionale è qualcosa di diverso dal calcio dei club. Nel calcio dei club tutto sta diventando sempre più grande, ci sono tre volte più soldi nel gioco rispetto a dieci anni fa, ma questo sviluppo potrebbe non applicarsi automaticamente alla squadra nazionale. Trovo che la Nazionale debba sottrarsi alla logica della crescita eterna. Non deve essere sempre di più, di più, di più».

Lamm ricorda l’epoca in cui giocava in Nazionale.

«Negoziavo anche i premi con la Federcalcio, in qualità di capitano, ma mai duramente. Ci deve essere un altro motivo per i giocatori di andare in Nazionale».

Bisogna prendere esempio dalla Nazionale femminile, dice.

«La nostra squadra femminile è un buon esempio: la scorsa estate ha organizzato un grande torneo, si ha la sensazione che le giocatrici si identifichino totalmente con questo compito. E se è così, anche gli spettatori a casa possono identificarsi».

Lo stesso dovrebbero fare gli uomini. Accadeva così nella Nazionale del 2014.

«Può sembrare vecchio stile, ma sono contento di aver provato quella sensazione di “noi”».

Come si può cambiare l’attuale generazione di giocatori fino a Euro 2024?

«I ragazzi sono figli della loro generazione, proprio come io ero un figlio della mia generazione. Non si tratta di cambiare qualcuno. Si tratta di una leadership chiara e di un approccio chiaro».

Lamm continua:

«Ci aspettiamo che Rudi Voller e Hansi Flick ora gestiscano i problemi. Non abbiamo cattivi giocatori, ma abbiamo rovinato tre tornei di fila: non dovremmo permetterci di rovinarne un quarto. I nostri problemi sportivi devono essere risolti».

Lamm parla anche della credibilità del calcio.

«Il calcio ha decisamente perso credibilità. Ci sono così tante questioni controverse: il Qatar, i dibattiti sulla Fifa, la Superlega. Molti tifosi si chiedono: è ancora il mio calcio?».

Lamm conclude:

«Dopo tre tornei di scarso successo la squadra nazionale tedesca dovrebbe combattere come una squadra insieme a un pubblico entusiasta. Vorrei che i giocatori della Nazionale si riconoscessero nei tifosi in curva e che il tifoso in curva si sentisse ben rappresentato dai giocatori sul prato. Sarebbe bello se ci riscoprissimo tutti insieme dopo il Qatar».

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