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Infantino rieletto capo della Fifa, il New York Times: «Lo sarà fino al 2031, non può perdere»

Confermato Presidente, da candidato unico, fino al 2027. L’Europa non lo ama, ma ha un forziere di voti inespugnabile: le piccole federazioni che arricchisce

Infantino rieletto capo della Fifa, il New York Times: «Lo sarà fino al 2031, non può perdere»
FIFA President Gianni Infantino wearing a referee uniform interacts with former Italian footballer Alessandro Del Piero as he officiates the friendly football match of FIFA Legends and Qatar-based workers at Al Thumama Stadium in Doha on December 12, 2022. (Photo by KARIM JAAFAR / AFP)

Gianni Infantino è il nuovo – vecchio – Presidente della Fifa. E’ stato rieletto, da candidato unico, per acclamazione durante la riunione del Consiglio in Ruanda. Discorso “programmatico” a parte, Infantino è l’incontrastato re del calcio mondiale. Sarà in carica fino al 2027 ma potrà restare sul trono della Fifa fino al 2031. Perché, come scrive il New York Times, una delle prime cose che fatto una volta insediatosi è stato “stralciare” dal conto dei mandati massimi previsti dallo statuto i suoi primi 3 anni da subentrato. Non valgono. Erano solo un preliminare, ecco.

Infantino era stato eletto per la prima volta nel febbraio 2016, poi il nuovo mandato di quattro anni nel giugno 2019 e oggi l’ulteriore conferma da parte dei delegati delle 211 federazioni. “So che in molti mi amano e che c’è anche chi mi odia: ma io amo tutti, anche e soprattutto loro”, ha detto nel suo discorso. E in effetti, scrive il Nyt “la presa del potere di Infantino è chiara. La sua popolarità è indiscussa nell’unico collegio elettorale che conta: i leader delle 211 federazioni nazionali che votano alle elezioni”. In particolare nel suo forziere di voti tra le dozzine di piccole nazioni che fanno affidamento sui milioni che Infantino e la Fifa distribuiscono a piene mani.

Il grande calcio europeo no, non lo ama (eufemismo). Tebas, Ceferin, la Germania che non l’ha votato, la federcalcio norvegese, persino l’Italia con Gravina ha inaugurato un atteggiamento sospettosamente distaccato.

Il New York Times però scrive che con la base di potere che si è costruito “Infantino non può perdere”. Gli unici che potrebbero frapporsi tra lui e il trono fino al 2031 sono i giudici. Ma le varie inchieste, quelle archiviate e quelle ancora in corso, per ora non hanno sortito effetti.

Infantino intanto oggi ha ribadito il concetto: “Vi avevamo promesso i Mondiali migliori di sempre e lo abbiamo fatto, vi avevamo promesso che avremmo aumentato i ricavi della Fifa, che l’avremmo resa più trasparente, che avremmo riguadagnato la fiducia degli sponsor. Ci eravamo prefissati di raggiungere quota 6,4 miliardi di dollari: siamo arrivati a 7,5 e non si raggiungono queste cifre se non sei un’organizzazione solida e forte, in cui tutti credono. Quello che vi abbiamo promesso era di continuare a lavorare con onestà, per proteggere il calcio, le nostre Federazioni, i nostri tifosi di tutto il mondo”.

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