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Gatti: «Di Maria mi ha impressionato: nella Juve è di un’altra categoria»

A La Stampa: «Due prestazioni positive non mi trasformano in fenomeno come due negative non fanno di me un brocco. I giovani hanno bisogno di fiducia».

Gatti: «Di Maria mi ha impressionato: nella Juve è di un’altra categoria»
Mg Wolverhampton (Inghilterra) 11/06/2022 - Uefa Nations League / Inghilterra-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Federico Gatti-Mason Mount

La Stampa intervista Federico Gatti. Ha 24 anni, è stato acquistato dalla Juventus nel gennaio 2022 per 7,5 milioni di euro più bonus e lasciato in prestito al Frosinone fino al termine del campionato di Serie B. In questa stagione,
la prima in bianconero e in Serie A, ha giocato 12 partite.

«La vita è fatta di snodi, il mio percorso era questo: anche quei “no” mi hanno portato alla Juve».

Contro Friburgo e Inter è stato un gigante: fine dell’apprendistato? Gatti:

«Per carità, la strada è lunghissima. Due prestazioni positive non mi trasformano in fenomeno come due negative non fanno di me un brocco. Diciamo che sono arrivate in un momento particolare e che hanno esaltato le mie caratteristiche: la cattiveria, la voglia di tirar fuori qualcosa da dentro. La squadra mi ha aiutato tanto e le vittorie hanno favorito i buoni giudizi».

Ha mai temuto di non essere all’altezza della Juventus?

«Ci sono stati momenti molto difficili, non lo nascondo, e so che ne incontrerò ancora: ho lavorato ancora più duramente e atteso un’opportunità».

Dopo nove mesi, cosa la stupisce ancora del mondo bianconero? Gatti:

«Tutto. E non è un modo di dire. Dalle strutture all’avanguardia alla possibilità di allenarmi con campioni che hanno vinto scudetti, Champions, Mondiali: è tanto per un ragazzo con il mio passato. Ho imparato che vestire questa maglia non è semplice: ci sono molte aspettative, si gioca sempre per vincere e bisogna trovare la tranquillità interna per essere pronto quando ti chiamano in causa. Vestirla non è da tutti, ma ti dà tantissimo».

Mancini dice che mancano talenti italiani: quanti Gatti ci sono nelle categorie minori?

«La mia è una storia unica. Di calciatori forti ce ne sono molti, però non basta: bisogna avere qualcosa in più dentro e anche tanta fortuna. La mia è stata trovarmi al posto giusto nel momento giusto e incrociare persone che hanno creduto in me. Devo ringraziarne tante».

C’è poca attenzione verso i giovani?

«Servono equilibrio e pazienza: non puoi metterli da parte dopo due partite sbagliate o esaltarli per due fatte bene.
Sentire fiducia è necessario per crescere».

Osimhen, orgoglioso del suo passato ma stanco di domande sempre uguali, ha rivendicato di non essere più solo il
ragazzino povero che vendeva acqua per strada. Anche lei, ex muratore, si sente prigioniero di un cliché?

«Prigioniero no, semplicemente la mia vita è cambiata e sono altro. Non rinnego nulla».

Quale compagno l’ha più impressionata tecnicamente?

«Di Maria su tutti: è di un’altra categoria».

 

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