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Alcaraz: «Durante l’infortunio ho iniziato a collezionare sneakers, ne ho alcune introvabili»

A Eurosport: «Alla fine della mia carriera voglio essere ricordato come una brava persona, una persona normale, naturale e felice. Ed essere un esempio».

Alcaraz: «Durante l’infortunio ho iniziato a collezionare sneakers, ne ho alcune introvabili»
2022 Londra (Inghilterra) - Wimbledon / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlos Alcaraz ONLY ITALY

Il tennista spagnolo Carlos Alcaraz si racconta in una lettera pubblicata su Players’ Voice di Eurosport. Alcaraz parla del suo infortunio, degli obiettivi della stagione e della sua nuova passione, le sneaker, che ha iniziato a collezionare. A causa dell’infortunio Alcaraz non ha potuto gareggiare agli Australian Open.

«L’infortunio mi ha dato il tempo di perseguire le altre mie passioni. Mi sono sempre piaciute le sneaker, ma un anno fa ho iniziato a collezionarle».

Di recente, Alcaraz, che ha come sponsor la Nike, ha visitato la sede dell’azienda in Oregon.

«Sono rimasto colpito. Hanno una straordinaria tradizione e cultura delle sneaker. Potrebbero tirare fuori una scarpa al giorno per molto tempo semplicemente ristampando grandi classici!».

In occasione della visita alla Nike, l’azienda gli ha regalato diverse scarpe esclusive, tra cui un paio di modelli personalizzati. Alcaraz continua:

«Sono riuscito a procurarmene alcune molto difficili da trovare, come le Air Force 1 Off-White Brooklyn. Sono il frutto dell’ingegno di Virgil Abloh, uno stilista che ha cambiato la moda e ha lasciato un segno indelebile nel settore. Sono contento di aver potuto avere tra le mani uno degli ultimi disegni che ha creato prima di morire».

Alcaraz parla anche del suo rapporto con i social media.

«Uso molto anche i social media, probabilmente più di quanto dovrei. Molte persone li usano come metodo di lavoro ed è uno strumento molto importante, anche per me. Tengo i contatti con i tifosi, do loro informazioni su dove sono, come sto e interagisco con loro».

Alcaraz racconta di come ha utilizzato la pausa forzata causata dall’infortunio per migliorare la sua routine ed evitare nuovi stop.

«Mentre sono stato ferito, ho pensato a molte cose. Quando perdi un grande torneo, pensi a cosa hai fatto di sbagliato. Un infortunio può capitare a chiunque, ma quando ho discusso la situazione con la mia squadra, abbiamo concluso che è importante fare le cose bene in pista e fuori, e non sempre lo faccio al 100%. Sto parlando di riposo, supplementi nutrizionali, mangiare bene. Quando fai le cose bene i risultati arrivano».

Il recupero non è stato solo fisico, racconta Alcaraz, ma anche psicologico, grazie all’aiuto di una specialista.

«L’infortunio è stato un processo di apprendimento. Ho cercato di calmarmi e questo mi ha aiutato a maturare fuori dal campo. Non sono stati giorni facili per me, ho cercato di rimanere concentrato e di allenarmi per tornare più forte. Durante il mio recupero, come ho fatto in altre occasioni, ho lavorato molto con il mio psicologo. Mi ha aiutato molto».

Per trovare la giusta motivazione, racconta Alcaraz, prende esempio da Nadal e Djokovic.

«Ho pensato molto a Nadal durante il recupero dal mio infortunio. Capita spesso che quando i migliori giocatori sono assenti da molto tempo, vincano il loro primo torneo al loro ritorno, e io volevo essere uno di quei giocatori. Quegli esempi di successo al suo ritorno mi hanno motivato, come quello che ha fatto Rafa agli Australian Open del 2022, e quando Djokovic è tornato dopo le sue assenze ha vinto tornei importanti. Sono esempi che ti ispirano e pensi ‘ritorno ad allenarmi’ perché anche io voglio tornare al meglio per provare a vincere».

Alcaraz confessa di essere un ragazzo felice fuori dal campo e dice che è proprio quella gioia che cerca di trasmettere con il suo gioco durante le partite.

«Cerco di non pensare di essere un’icona dello sport o un modello per i giovani. Voglio continuare a migliorare. Alla fine amo giocare a tennis e ovviamente voglio vincere ed essere un ragazzo competitivo. Ho la mia identità giocando a tennis e cerco sempre di essere ‘felice’ quando gioco. Mi considero una persona felice fuori dal campo ed è per questo che cerco di giocare anche in quel modo. Cerco di divertirmi in pista e di non rendere tutto così monotono. Cerco di creare colpi strani e belli».

Il tennista spagnolo crede anche che questa gioia dentro e fuori dal campo sia una delle chiavi per continuare a godersi il tennis e la sua vita personale. 

«Alla fine della mia carriera voglio essere ricordato come una brava persona, una persona normale, naturale e felice. Giocare con istinto e gioia sono due pilastri del mio gioco. Se non giocassi con istinto e gioia, il mio tennis non sarebbe lo stesso. Penso che la vita sia migliore così e questa è la cosa più importante. Ed essere qualcuno a cui i bambini guardano è una cosa piena di speranza per me. Cerco di trasmettere buoni valori in pista e fuori».

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