ilNapolista

Marotta: «Per portare la fascia di capitano bisogna avere senso di appartenenza al club»

L’ad dell’Inter al Coni: «All’estero la costruzione di uno stadio viene considerata un elemento di carattere nazionale. Da noi il processo è lento».

Marotta: «Per portare la fascia di capitano bisogna avere senso di appartenenza al club»
Mg Lugano (Svizzera) 12/07/2022 - amichevole / Lugano-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

L’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa ospite presso il Coni per la presentazione del libro “Società sportiva 2030”. Marotta ha parlato della fascia da capitano, che negli ultimi giorni l’Inter ha tolto a Skriniar dopo le vicissitudini di mercato.

«Se certi valori non vengono recepiti, non si può ambire ad essere candidati alla fascia. I valori in questione sono il senso d’appartenenza, l’amore verso il club, e tutta una serie di situazioni che sono fondamentali».

Ancora, Marotta ha parlato dello sport come di un importante fenomeno di aggregazione.

«Lo sport dopo la religione è il fenomeno di aggregazione più rilevante, contenitore di grandi valori e questi valori rappresentano un patrimonio per i ragazzi di oggi che saranno gli uomini del domani. E devono essere gestiti con competenza ed esperienza da parte dei dirigenti e degli allenatori».

Marotta sull’importanza delle strutture nel calcio e nello sport in generale.

«L’Italia sportiva ha bisogno di strutture adeguate e quando parlo di strutture non mi riferisco solo ai grandi stadi, alle grandi opere, ma anche alle piccole opere: le palestre, le palestre nelle scuole. E’ un percorso che come italiani dobbiamo approfondire nel migliore dei modi e sono certo che oggi con l’avvento del Ministero dello Sport e di una persona preparata come Andrea Abodi si possa colmare questo handicap. E tra gli handicap, inseriamo anche le difficoltà nel costruire grandi opere come appunto gli stadi».

A Marotta è stato chiesto se è ottimista sui rinnovi di Calhanoglu, Bastoni e gli altri. Ha risposto:

«Sempre, sempre…».

E sulle lungaggini burocratiche relative alla costruzione di stadi in Italia:

«All’estero è tutto più semplice: la costruzione di uno stadio viene considerata un elemento di carattere nazionale. Nel nostro caso, invece, si fa riferimento al territorio, e quindi bisogna passare attraverso un processo di analisi molto lento. Questo fa sì che con il tempo subentrino ulteriori problematiche, che non hanno portato a far sì che tutto diventasse più fluido».

ilnapolista © riproduzione riservata