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Donadoni: «Non credo che l’euforia sia pericolosa per il Napoli, sarà uno stimolo ulteriore»

A Radio Rai 1: «La mia esperienza a Napoli non funzionò perché era un Napoli ancora in fase di ristrutturazione, l’escalation è avvenuta dopo»

Donadoni: «Non credo che l’euforia sia pericolosa per il Napoli, sarà uno stimolo ulteriore»
Db Genova 13/09/2009 - campionato di calcio serie A / Genoa-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: delusione Roberto Donadoni

Roberto Donadoni ha rilasciato un’intervista al programma Radio Anch’io Sport, in onda su Radio Rai 1. Donadoni commenta la partita tra Milan e Atalanta, a cui ha assistito dal vivo.

“È stata una partita che ha testimoniato la ripresa del Milan. Mi aspettavo qualcosa in più da parte dell’Atalanta ma non ha mai impensierito Maignan con i rossoneri che avrebbero potuto segnare almeno altri 2-3 gol. Il Milan ha meritato decisamente. L’Atalanta è stata poco incisiva e non ha creato quasi nulla”.

Il Milan può andare in Champions? Donadoni:

“Penso di sì, non c’è una favorita. Se la giocheranno lì dietro per trovare la collocazione giusta. Tutti hanno le stesse chance. Il Milan ha superato il periodo brutto. La prestazione, oltre il risultato, c’è stata ed è la cosa più importante. Fa ben sperare verso il futuro”.

Su Ibrahimovic:

“Le eccezioni ci sono sempre state, anche nel passato ci sono stati atleti che sono durati più a lungo rispetto ad altri. Ibrahimovic è l’esempio di questo. Nemmeno oggi ci sono tantissimi campioni che si mantengono a questi livelli con una tale fisicità. E’ l’esempio di una vita sportiva vissuta nel modo giusto, oltre che della voglia e gli stimoli che ti fanno durare di più. Sono quei giocatori che rappresentano qualcosa di importante all’interno dello spogliatoio dando stimoli importanti ai compagni”.

A Donadoni è stato chiesto come mai, secondo lui, si segnano meno gol che in passato.

“E’ chiaro che nelle competizioni internazionali c’è un po’ più di attenzione visto che il gol in trasferta non vale più come una volta. C’è molta casualità. Se guardiamo la partita del Milan di ieri sera, avrebbe potuto segnare almeno 3-4 gol e invece poteva finire 1-0. Non direi che c’è una specificità in questo senso. Poi magari ci sono delle vere e proprie goleade, ma siamo legati alla casualità”.

Quale allenatore tra quelli che dirigono le squadre più piccole le piace di più? Donadoni:

“Direi che in tanti stanno facendo discretamente. Il Monza, a parte la sconfitta di ieri, ha fatto molto bene e sono contento per Palladino che è stato un mio giocatore e che ha iniziato ad affacciarsi alla grande platea con me a Livorno. Nel suo caso è importante dare continuità in una piazza come Monza ma presto sarà pronto per diventare un tecnico da piazza più importante. Baroni a Lecce sta facendo molto bene. Anche lì dietro i giochi sono ancora aperti. Il Napoli davanti sta marciando a un ritmo impressionante, meritandosi tutto il bene che sta facendo perché è frutto del lavoro”.

L’eccesso di euforia può essere un pericolo per il Napoli nella corsa allo scudetto? Donadoni:

“L’eccesso di euforia non credo sia pericoloso. L’entusiasmo che Napoli sta vivendo in merito ai risultati ottenuti è una cosa positiva. Quando sei su quest’onda, sei ancora più invogliato a dimostrare la tua qualità e ad esprimere il gusto e il piacere di far vedere le tue potenzialità. Non mi preoccuperei assolutamente in questo senso”.

A Donadoni è stato chiesto come mai la sua esperienza a Napoli andò male.

“In quel momento era un Napoli ancora in fase di ristrutturazione. C’era un centro a Castel Volturno che stava sorgendo. Quando sono stato lì sono state fatte cose importanti ma l’escalation in positivo è avvenuta dopo. La cosa che ricordo con piacere è l’entusiasmo e la sensazione che trasmetteva la gente allo stadio, non ho mai vissuto quelle sensazioni da altre parti. Il tifo faceva vibrare lo stadio, è una situazione unica”.

In quale giocatore del Napoli si rivede?

“Ho sempre detto questo: ogni giocatore è giusto che dimostri ed abbia le proprie peculiarità che sono ben distinte. Poi è vero che un giocatore può ricordare qualcuno del passato ma ognuno è bene che esprima se stesso ed è giusto così”.

Ci mancano attaccanti italiani per il futuro? Donadoni:

“Mi viene da sorridere perché se ne parla fin da quando ero ct io. Più si va avanti e ancora più arrivano giocatori dall’estero che tolgono spazio a giovani italiani che potrebbero emergere con più rapidità. Sono discorsi anacronistici, bisogna conviverci”.

Sulla stagione della Juventus:

“Al di là di tutte le problematiche, è innegabile il fatto che se consideriamo i punti fatti in campionato sarebbe sotto il Napoli. La classifica non sarebbe così penalizzante senza il -15. Quando tu giochi in una situazione di questo tipo, da un punto di vista psicologico qualche colpo ce l’hai. Io credo che essere allenatore e gestire questa situazione sia molto complicato. I giocatori almeno possono sfogarsi in campo. Adesso vediamo cosa succederà da qui in avanti ma la Juve penso che abbia la voglia e il desiderio per risalire ancora la classifica”.

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