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Deschamps e la “vecchia” Juve: «Club al di sopra di tutto, la persona giusta in ogni posizione»

Intervista a L’Equipe: “Pareggiavi ed era una catastrofe, perdevi ed era una tragedia. Eri scarso? Era un tuo problema. E il mister è il mister”

Deschamps e la “vecchia” Juve: «Club al di sopra di tutto, la persona giusta in ogni posizione»
France's coach Didier Deschamps looks on during the Qatar 2022 World Cup semi-final football match between France and Morocco at the Al-Bayt Stadium in Al Khor, north of Doha on December 14, 2022. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)

Domani sera la Juventus torna in campo in Europa League, contro il Nantes. L’Equipe ne ha approfittato per intervistare Didier Deschamps, che ha un passato in comune. Tra le altre cose il ct francese racconta lo spirito della vecchia Juve, e a leggerlo oggi fa un certo effetto.

“Alla Juve ho trovato tutto quello che cercavo – dice Deschamps – L’obiettivo del Nantes era vincere, ma alla Juve era nel Dna. Pareggiavi ed era una catastrofe, perdevi ed era una tragedia. Ho trovato questo lato familiare per me, alla Juve. Con questi obiettivi di risultato, la cultura del lavoro, la società che è al di sopra di tutto e la persona giusta in ogni posizione. La squadra prima di tutto, i giocatori e l’istituzione prima di tutto. Ecco. Traspariva dal magazziniere al presidente. Ognuno al suo posto, ognuno orgoglioso di esserci, di avere il privilegio di rappresentare questo club. Altri tempi, eh.

“I preparativi lì durarono un mese e mezzo: le due e mezza del mattino come le due e mezza del pomeriggio. Gli anziani sapevano che sarebbe stata dura ma non si risparmiavano, se c’erano 15 ripetizioni da fare coi pesi, ne facevano 15. Non 14 o 13. Il giocatore alla Juve non ha scuse. Se non è bravo, è sua responsabilità. In Italia il Mister è il Mister! Ma a Marcello Lippi piaceva chiacchierare con me. L’umano, la gestione, è essenziale. Non è questo che fa vincere le partite, ma dopo un po’…”.

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