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Il Telegraph: «Il calcio è diventato così complicato che gli arbitri non ci capiscono più niente»

“Nacque con dieci regole. Oggi quelle regole sono state così alterate e manipolate che nessuno è più sicuro di dove risieda la verità”

Il Telegraph: «Il calcio è diventato così complicato che gli arbitri non ci capiscono più niente»
Db Bologna 30/01/2021 - campionato di calcio serie A / Bologna-Milan / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: arbitri guardalinee

Quando nel 1860 il maestro di scuola di Uppingham John Charles Thring codificò per la prima volta le regole del calcio chiamò il suo documento canonico “Il gioco più semplice”. Il Cambridge Dictionary lo definisce come “gioco giocato tra due squadre di 11 persone, dove ogni squadra cerca di vincere calciando un pallone nella porta dell’altra squadra”. Facile.

Ma che sia cambiato tutto è nella logica delle cose, nell’evoluzione umana, nel progresso. Oliver Brown scrive sul Telegraph che ora però abbiamo scavallato: è diventato un gioco complicatissimo, pieno di zone d’ombra. Con regole che possono essere interpretate in un modo o nel suo opposto.

Brown parte dalle polemiche arbitrali del derby di Manchester per generalizzare il discorso. “Le sfumature più fini della regola del fuorigioco – scrive – sono state studiate all’infinito dall’International Football Association Board. Il risultato, purtroppo, è che il tifoso medio è più confuso che mai. Lo stimato JC Thring concepì il calcio in termini di 10 regole nette. Oggi quelle regole sono state così alterate e manipolate che nessuno è più sicuro di dove risieda la verità. Sta diventando un evento settimanale, con i tifosi così perplessi da non riuscire a offrire alcuna spiegazione coerente per ciò che stanno guardando”.

“Questa è la buca che il calcio si è scavato. Come se non fosse già abbastanza stupido che i tifosi non possano festeggiare fino a quando il Var non dà loro il via libera, il dibattito sul fuorigioco è ora così impantanato nella contesa che persino gli arbitri faticano a trovare un consenso. In mezzo a questa follia, il calcio farebbe bene a ricordare che è stato concepito come un gioco di assoluti, non di semantica e sfumature di grigio. È tempo, francamente, che la sua purezza venga ripristinata”.

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