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A quei pochi che non l’avessero capito, Repubblica spiega che Elkann ha preso le distanze da Agnelli

Domani i bianconeri in Lega Serie A che era stata snobbata da Andrea. E alla Uefa lanciato un segnale di discontinuità con la Superlega

A quei pochi che non l’avessero capito, Repubblica spiega che Elkann ha preso le distanze da Agnelli
Db Torino 30/05/2017 - partita del cuore / Nazionale Cantanti-Campioni della Ricerca / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-John Elkann

Il giornale di John Elkann (Repubblica) dopo aver intervistato John Elkann (ieri con Ezio Mauro) fornisce l’interpretazione autentica delle parole di John Elkann. Che, come ricordato ieri e in tutti questi giorni dal Napolista, si sta preoccupando di lanciare segnali di discontinuità rispetto alla gestione di Andrea Agnelli e soprattutto sta lasciando che emerga tutto il marcio della precedente gestione. Lo ripetiamo ancora una volta: è una guerra di potere interna agli Agnelli, molto più che una svolta nella giustizia sportiva italiana.

Se qualcuno non lo avesse capito, Repubblica si premura di spiegarlo con disegnini. Ecco cosa scrive oggi il quotidiano:

L’intervista con cui John Elkann ha rilanciato i suoi piani per il futuro della Juventus «e del calcio nel nostro Paese» l’hanno letta tutti. Il ministro per lo sport Abodi, il presidente della Federcalcio Gravina, i vertici della Serie A e quelli delle squadre. Ma il sentimento generale è principalmente uno: attesa. Almeno fino a domani, quando si riunirà l’assemblea della Lega Serie A. Andrea Agnelli, dallo strappo Superlega, aveva partecipato a una sola riunione ufficiale delle società, dando un segnale che molti avevano colto come un sostanziale disinteresse per l’evoluzione del campionato italiano. 

L’ad di Exor, società che controlla la Juventus — e presidente di Gedi, società editrice di questo giornale — ha usato parole che sembrano un segnale di discontinuità rispetto al passato. «Insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese», ha detto, evocando collettività, istituzioni, sistema Italia. E riforme che tengano in considerazione «sostenibilità e ambizione» non della Juve ma del pallone italiano, «che sta diventando marginale e irrilevante». Si coglie una sostanziale differenza rispetto all’idea di Superlega, che parla all’élite del calcio, puntando alla creazione di un sistema europeo alternativo a quello europeo e italiano.

Inversione di rotta utile anche nella dialettica con la Uefa, che oggi raduna l’esecutivo: la Juve rischia una sanzione durissima, l’esclusione di almeno un anno dalle coppe europee per irregolarità contabili (il precedente del Milan, fuori per un anno, non lascia spazio alla fantasia).

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