“Dopo una vita dedicata a denunciare disuguaglianze e razzismo, frequenta gli stadi del Qatar con la speranza di vedere suo figlio vincere”
El Mundo si sofferma su Lilian Thuram, mentre il figlio Marcus è impegnato nella preparazione della finale della Coppa del Mondo.
Il quotidiano spagnolo polemizza sulla questione dei diritti umani:
“Il campione del mondo nel 1998, dopo una vita dedicata a denunciare disuguaglianze e razzismo, frequenta gli stadi del Qatar con la speranza di vedere come suo figlio Marcus vincerà anche il torneo in un’impresa senza precedenti.”
E continua:
“Se c’è qualcuno che ha provato a limitare i sorrisi mentre le telecamere erano puntate, è Lilian Thuram, presente sia nei quarti di finale tra Francia e Inghilterra che mercoledì ad Al Khor durante la vittoria della Francia contro il Marocco in semifinale. È inghiottito da quella stessa contraddizione“.
El Mundo ricorda come le lotte di Lilian non sono state solo sui campi da calcio, ma anche fuori per difendere i diritti umani e le classi più svantaggiate, “offrendo discorsi di denuncia al mondo per quasi due decenni“.
Anche il figlio Marcus è sensibile a queste tematiche. Di lui si ricorda il gesto in onore di George Floyd quando, dopo un gol con il Gladbach si inginocchiò in memoria dell’uccisione dell’afroamericano.
Anche le parole riportate dal quotidiano dimostrano l’attenzione della famiglia Thuram per queste tematiche:
«Vengo da una famiglia in cui mia madre ha dovuto crescere cinque figli in Francia. Vivevamo in un quartiere con molti immigrati, e conosco il problema di non avere soldi a fine mese. Quella gente veniva a casa a prendere un mobile perché mia madre non aveva i soldi per pagare. La polizia ci guardava come se fossimo dei criminali. So cosa vuol dire andare a chiedere l’ora e che le persone abbiano paura di te». Ha anche scritto un libro intitolato “Il pensiero bianco: come si costruiscono i pregiudizi razziali e come superarli“.
Tuttavia, chiosa El Mundo, Thuram padre si ritrova a gestire una difficile dicotomia, diviso tra la possibile gioia di vedere il proprio figlio laurearsi campione del mondo in Qatar, paese alquanto controverso sul tema dei diritti, e la su sensibilità proprio su questi stessi temi.