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Ronaldo, il narcisismo lo condanna alla solitudine (Corsera)

Cazzullo: non è cattivo, ricostruisce villaggi in Indonesia. È idolatrato ma non amato. Ora lo trattano come se fosse una pippa, merita rispetto

Ronaldo, il narcisismo lo condanna alla solitudine (Corsera)
Portugal's forward #07 Cristiano Ronaldo warms up during the Qatar 2022 World Cup round of 16 football match between Portugal and Switzerland at Lusail Stadium in Lusail, north of Doha on December 6, 2022. (Photo by PATRICIA DE MELO MOREIRA / AFP)

Cristiano Ronaldo, sul Corriere della Sera un bel ritratto di Aldo Cazzullo.

E ora già spunta qualcuno a trattare Cristiano Ronaldo come fosse una pippa. Cristiano Ronaldo: non solo uno dei più grandi calciatori; uno dei più grandi campioni nella storia dello sport.

La forza di Cristiano Ronaldo, e nello stesso tempo il suo limite, è il narcisismo. E il narcisismo è una condanna alla solitudine.

CR7 non è cattivo. Anzi, chi lo conosce lo racconta come una persona dolce e generosa. Solo che il suo ego è misura di tutte le cose; anche della generosità. Vede in tv un orfano indonesiano con la maglietta del Portogallo tra le macerie di un villaggio devastato dal maremoto, e chiama il suo agente Jorge Mendes: «Jorge, presto, dobbiamo ricostruire un villaggio indonesiano devastato dal maremoto!».

E il bello è che lo fa: il villaggio indonesiano — isola di Sumatra, provincia di Aceh — è stato ricostruito; Madera ha un nuovo centro oncologico; i suoi compatrioti malati di Covid possono contare su 35 nuove postazioni in terapia intensiva pagate da Cristiano Ronaldo.

È idolatrato; ma non è amato. Ha 509 milioni di follower su Instagram, molti più di Messi, Nadal, Phelps, Bolt tutti insieme; ma la maggioranza dei portoghesi pensa che la Nazionale potrebbe fare a meno di lui. Infatti martedì sera se n’è privata. E quando il sostituto Gonçalo Ramos ha segnato il primo dei suoi tre gol, Ronaldo è stato l’unico a non alzarsi dalla panchina per correre ad abbracciarlo. Si è alzato e ha corso per il secondo gol, del suo amico Pepe. 

Nonostante libri, docufilm e migliaia di articoli, CR7 resta un mistero. Si compiace di se stesso, e si commuove per l’inno portoghese. Lo danno per finito, ma a quasi 38 anni è in corsa per vincere — dopo l’Europeo — il primo Mondiale. Forse un po’ più di rispetto, dai portoghesi e da tutti noi che amiamo il calcio, lo merita.

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