Fu un anticipatore, in campo e fuori. Vinse tre Mondiali, stupì in Svezia a nemmeno 18 anni e chiuse nel 1970 con quel colpo di testa in Brasile-Italia 4-1
Pelé è morto, a 82 anni. La notizia, scrive L’Equipe, è stata confermata all’agenzia AP dal suo agente Joe Fraga. Un calciatore straordinario, fortissimo, all’avanguardia, tecnicamente sontuoso ma anche forte fisicamente. Sapeva fare tutto in modo sublime.
Scrive L’Equipe:
Il tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970) ha sempre fatto in modo che scrivessimo la sua leggenda, e chiunque abbia rivisto le immagini ha capito subito che non si trattava solo di una questione statistica. Quindi non importa se abbia segnato 800, 1.000 o 1.200 gol a seconda che contiamo le amichevoli, le partite giovanili o anche gli allenamenti, Pelé ha segnato soprattutto la storia del calcio.
Edson Arentes do Nascimento è nato a Tres Coraçoes, una piccola città situata tra Belo Horizonte, San Paolo e Rio de Janeiro, il 21 ottobre 1940 (secondo i registri dello stato civile) o il 23 ottobre 1940 (a seconda della parrocchia). (…) Figlio di un calciatore dilettante, Dondinho, fu soprannominato Dico dalla sua famiglia: poi divenne Pelé quando suo padre notò che il bambino non poteva pronunciare il nome di Bilé, il portiere di Vasco de Gama, che chiamava “Pilé”.
Fu grande protagonista del Mondiale. del 1958, a soli 18 anni. Fu l’eroe di quei Mondiali. Segnò il gol della vittoria contro il Galles (1-0), una tripletta contro la Francia (5-2) e una doppietta contro la Svezia in finale (5-2). In finale segnò uno dei gol più belli mai segnati al Mondiale, con sombrero in area e poi destro al volo nell’angolino basso. Nel 62 vinse il Mondiale da infortunato e poi il Mondiale del 1970 in finale contro l’Italia con quell’epico gol di testa su Burgnich proteso invano verso di lui.
Era un calciatore straordinario. Ma era anche all’avanguardia. Fu una icona pubblicitaria, il primo vero fuoriclasse del marketing calcistico. Sdoganò il calcio americano andando a giocare con i Cosmos. Prima, aveva giocato sempre col Santos. Rese grandi il Brasile e il Santos.
Ha segnato oltre mille gol, in tutti i modi. Uno, immortale, anche per il cinema: in “Fuga per la vittoria”.