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Il Presidente dell’Afa ubriaco insulta il Ministro, i giocatori portati via in elicottero: i retroscena della festa argentina

Il racconto del Clarìn, tra fiumi di alcol, telefonate roventi e gente che si lanciava dai ponti per atterrare sul bus di Messi e compagni

Il Presidente dell’Afa ubriaco insulta il Ministro, i giocatori portati via in elicottero: i retroscena della festa argentina

Le foto, i video, dei milioni di argentini travasati sulle strade di Buenos Aires per la festa Mondiale, con i Campioni del Mondo a sfilare sul bus scoperto quasi a rischio di restare decapitati. Un tour di 8-9 ore, infinito, terminato con una scena da Apocalipse Now: i giocatori portati via con gli elicotteri. Se possibile, il dietro le quinte è quasi più spettacolare. Il Clarìn racconta la febbrile trattativa istituzionale sull’epilogo della festa. Tra urla, bestemmie, insulti e alcol. Tantissimo alcol.

“No se puede seguir, que vayan a los helicópteros”, urla Aníbal Fernández, il Ministro della Sicurezza Nazionale argentino, quando aveva già preso la decisione di dirottare la carovana che trasportava i campioni del mondo dall’autostrada Riccheri e dal viale General Paz alla scuola per allievi della polizia federale Juan Ángel Pirker. Troppa folla, troppi pericoli. Pochi minuti prima, un uomo si era lanciato da un ponte cercando di beccare di sotto il pullman dei giocatori.

Quando la carovana ha deviato da Riccheri – racconta il giornale argentino – Claudio Tapia, presidente dell’AFA, ha deciso di reagire e ha chiamato dal suo cellulare uno dei funzionari di Buenos Aires che stavano monitorando l’operazione dalla Situation Room. Gridando, Tapia ha rimproverato l’uomo di Horacio Rodríguez Larreta: “Ascoltami, ci stanno portando alla tua scuola di polizia. State chiudendo i festeggiamenti”. Il Clarìn scrive che Tapia ha una voce quasi incomprensibile, impastata dall’alcol, “forse a causa della stanchezza accumulata, l’emozione della vittoria e le bottiglie di fernet e coca che giravano da ore sull’autobus tra giocatori e dirigenti”.

Dopo diversi tentativi, Tapia capisce che la scuola di polizia appartiene allo Stato Nazionale e non a Buenos Aires. E quindi fa il numero di Fernández: “Hanno tagliato la possibilità di continuare a festeggiare. Ci cagano addosso. Vogliamo continuare!”, grida Tapia.

Il Ministro della Sicurezza sa che Messi, Di María e De Paul sono già in elicottero. E risponde a Tapia urlando pure lui: “Ma ascoltami, dici che ho interrotto i festeggiamenti quando i giocatori sono già in cima agli elicotteri. Quello che vuole continuare a festeggiare sei solo tu!”. “Lo scambio di insulti – scrive ancora il Clarìn, si conclude quando il ministro attacca, in un episodio che segna la misura in cui si erano rotti i rapporti tra il governo e l’Afa”.

Aníbal Fernández è il funzionario governativo di più alto rango che aveva negoziato con Tapia per l’operazione di ritorno dei campioni. Il ministro ricopre quel ruolo “perché Alberto Fernández non ha alcun dialogo con Tapia. Si accusano a vicenda di quasi tutto: il presidente sostiene in privato di considerare Tapia un criminale e il capo dell’AFA afferma che Fernández ha inviato l’Ispettorato generale della giustizia all’Associazione per molestarlo”.

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