Sul Corsera gli strani movimenti della Juve con i procuratori. Agnelli spiega che non può entrare nel rinnovo di Chiellini. Poi trovano la soluzione
La Juventus e i conti in nero, i rapporti opachi con i procuratori tra cui Davide Lippi. Ecco cosa riportano i pm nelle carte della richiesta di rinvio a giudizio, ripreso dal Corriere della Sera.
«Tu lo sai che cosa c’ho pendente ancora in ballo? C’ho 450 mila per aria di due anni fa! Devo sistemare quelli e Giorgio (Chiellini, ndr) lo sa», spiega Davide Lippi (titolare della Reset Group e non indagato) a Cherubini il 27 luglio 2021. Tre giorni dopo insiste: «… sono due anni che sto aspettando di mettere a posto i soldi vecchi… cioè l’operazione di due anni fa di Spinazzola». Il primo agosto il ds riferisce ad Agnelli, che ribatte: «… di fatto dico, che ha fatto? Niente. Ha fatto una telefonata a Spinazzola». Il giorno dopo Cherubini parla di nuovo con Lippi e spiega che non è possibile spostare la cifra sul rinnovo di Chiellini: «Ma lo mettono sul giornale e lo sputtanano, cioè noi siamo tutto quotato, siamo trasparenti su tutto. Famme ragionà a me, trovo io una soluzione». Il debito, stando alle indagini della guardia di finanza, sarebbe maturato nel 2019 con il trasferimento di Spinazzola alla Roma e il conseguente acquisto di Pellegrini. Ma dai contratti di mandato risulta che il club si sia avvalso non della Reset Group, ma della GG11 di Gabriele Giuffrida.
In un’altra intercettazione, Agnelli insiste che non si può inserire Lippi nel rinnovo di Chiellini: «… e di Giorgio non ha fatto un c …. o Davide… le ultime due volte Giorgio l’ho fatto io… quindi non è che». Alla fine, i soldi sarebbero stati spalmati «fittiziamente» nella cessione di Hamza Rafia alla Standard Liegi. «Ho visto il mandato per Rafia, grazie… insomma si comincia a vedere qualcosa» commenta Luca Albano (dipendente della Reset).