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Caso D’Onofrio, la Procura Figc ha chiuso l’indagine: Trentalange rischia il deferimento

Lo riporta l’Ansa, che scrive: “nel corso delle indagini sono emersi “comportamenti disciplinarmente rilevanti” del presidente dell’Aia”.

Caso D’Onofrio, la Procura Figc ha chiuso l’indagine: Trentalange rischia il deferimento
Db Milano 17/10/2022 - Gran Gala' del Calcio Aic 2022 / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Alfredo Trentalange

Caso D’Onofrio, la Procura Figc ha chiuso l’indagine: Trentalange rischia il deferimento

Secondo quanto riferisce l’Ansa, il capo della Procura della Federcalcio, Giuseppe Chinè, ha notificato l’atto di chiusura delle indagini relative al caso di Rosario D’Onofrio. Il procuratore capo dell’Associazione Italiana Arbitri è stato arrestato settimane fa con l’accusa di traffico internazionale di droga. Uno scandalo che ha avuto ripercussioni mediatiche importanti sul mondo degli arbitri e del calcio in generale.

L’Ansa scrive:

“Nel corso delle indagini sono emersi “comportamenti disciplinarmente rilevanti” del presidente dell’Aia Alfredo Trentalange, che rischia ora il deferimento”.

Sempre l’agenzia aggiunge che il numero uno della Figc, Gabriele Gravina, ha convocato per il 19 dicembre un Consiglio federale. Nell’ordine del giorno della riunione, al punto 4, c’è proprio la necessità di prendere provvedimenti sulla situazione Aia.

Nei giorni scorsi sulla questione D’Onofrio si era espresso anche il ministro dello Sport Andrea Abodi. A margine della partecipazione ad un convegno presso il Coni, Abodi aveva dichiarato:

«Il caso D’Onofrio riguarda una categoria che io ho sempre rispettato e difeso e di fronte alla quale sono pronto a qualsiasi sacrificio personale perché possa essere ribadita e preservata la sua integrità morale. Quindi sono sorpreso che di fronte a fatti come questi nessuno abbia sentito il bisogno di dire: “sono a disposizione”, perché questo va molto al di là delle decisioni che vanno prese, dà il senso della responsabilizzazione, che a volte non è tanto quella di aver commesso il fatto, ma quella di non aver compreso il fatto».

Parole che sono state lette come una frecciatina a Trentalange. Che ora, appunto, rischia.

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