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Beto: «La mia qualità migliore non è la velocità, ma lo spirito di sacrificio, la voglia di imparare»

Alla Gazzetta: «Non ho sofferto a non essere tra i titolari, quando vieni da un infortunio come il mio, l’ego non deve prevalere. Non sono né Ronaldo, né Messi».

Beto: «La mia qualità migliore non è la velocità, ma lo spirito di sacrificio, la voglia di imparare»
As Napoli 12/11/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Udinese / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Giovanni Di Lorenzo-Beto-Kim Min Jae

La Gazzetta dello Sport intervista il centravanti dell’Udinese, Beto. Ad aprile scorso ebbe un brutto infortunio alla gamba destra.

«Non è stata un’estate facile. A lungo con le stampelle. Ma adesso sto tornando, tranquilli».

L’allenatore dell’Udinese, Sottil, non lo schiera sempre titolare, ma Beto non si lamenta.

«I numeri sono per le statistiche. Io voglio giocare bene. E finora non stavo giocando bene, perché devo recuperare al meglio da quel fastidioso infortunio. Ora sto bene, mi sto sentendo il Beto di prima. Quindi non ho sofferto a non essere alcune volte tra i titolari perché quando vieni da un problema come il mio, l’ego non deve prevalere. E io non sono né Cristiano Ronaldo, né Messi. Sono solo Beto. Sono stati quattro mesi tosti».

Quanto è forte l’Udinese?

«Noi siamo fortissimi, in questa squadra tutti hanno grande qualità. Io ne ho meno degli altri, ma ho il compito di buttarla dentro».

A Beto viene chiesto quale sia la sua qualità migliore. Risponde:

«Dico lo spirito di sacrificio. La mia qualità migliore non è la velocità come sarebbe facile dire. Ma ci sono la testa, la voglia di imparare, di ascoltare gli altri, di allenarsi sempre al massimo per migliorare».

Se arrivasse un’offerta per passare in un altro club? (Beto è stato accostato anche al mercato del Napoli)

«Non ho mai pensato a un campionato che sia serie A, Premier o altro. Qui sto bene. Ma ho sempre desiderato di andare a giocare la Champions League. Così come ho vinto la scommessa con gli amici del Portogallo quando dissi che sarei diventato un calciatore, vorrei vincere pure questa».

Al Mondiale non è andato.

«Non sono egoista, sento che non dovevo andare e ora non penso alla Nazionale. Penso ad aiutare l’Udinese. Se mi chiamano sono felice, se non lo fanno vuol dire che devo lavorare di più. Dipende da me».

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