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Ronaldo non aveva avvertito nessuno dell’intervista. La Roma osserva

Repubblica: il Manchester United cercherà in tutti i modi di licenziare Ronaldo senza alcuna buonuscita. Il club giallorosso potrebbe essere una meta

Ronaldo non aveva avvertito nessuno dell’intervista. La Roma osserva
2021 archivio Image Sport / Calcio / Manchester Unite / Cristiano Ronaldo / foto Imago/Image Sport

Ronaldo e lo United, comincia la battaglia legale. Il club punta a licenziare il portoghese senza indennizzi. Non è un’operazione semplice. Intanto per il futuro c’è il Chelsea favorito, ma c’è anche la Roma che osserva. Ecco cosa scrive Repubblica:

Ora la furia del Manchester United scorrerà in due Acheronti. Il primo: una maxi multa al cinque volte Pallone d’Oro, almeno un milione di sterline. Secondo: il club avvierà una azione legale e cercherà in tutti i modi di licenziare Ronaldo senza alcuna buonuscita. Questo è il lato più complesso: oltre a risparmiare una decina di milioni di euro (il contratto scade a fine stagione) il club sta valutando con gli avvocati se ci siano gli estremi per la rescissione unilaterale. A quanto si apprende, secondo le prime analisi legali, sì. Ronaldo non aveva avvertito nessuno dell’intervista ma soprattutto ha usato una parola infamante, «tradito», oltre a una serie di accuse diffamatorie difficilmente dimostrabili. Certo Ronaldo, qualora lo volesse, potrebbe scatenare una mostruosa controffensiva legale.

Se il Chelsea è in pole anche per l’agenzia di scommesse Bet-Fair, non è da scartare neppure l’impervia strada che porta a Roma. Il suo agente Jorge Mendes ha già tanti assistiti giallorossi e il più illustre è proprio José Mourinho: uno che conosce bene Cristiano. E forse, con il suo carisma, l’unico che sarebbe capace di gestire un totem così bizzoso.

Qualche risposta dell’intervista:

Ronaldo esce dallo stadio durante l’amichevole estiva col Rayo Vallecano.

“Piers Sarò onesto con te, mi dispiace aver lasciato lo stadio. Probabilmente, o forse no, non lo so. È difficile dirlo al 100% ma diciamo che mi dispiace, Allo stesso modo, però, mi sono sentito provocato dall’allenatore. Un allenatore che mi fa giocare tre minuti in una partita, non è per me. Scusa, non sono quel tipo di giocatore. So cosa posso dare alle squadre. Lo abbiamo fatto io e 8 giocatori, ma hanno citato solo me. L’anno scorso molti giocatori hanno fatto lo stesso. In quella partita otto giocatori hanno fatto la stessa cosa, ma parlano solo della pecora nera che sono io. Capisco perfettamente, ok, mi scuso con l’allenatore e per me il capitolo è chiuso”.

ten Hag voleva far vedere chi comanda?

«Mi ha sempre detto che non ho fatto il precampionato e che dovevo aspettare l’occasione e ho capito quella situazione. Il problema è che non si è comportato con me come ha fatto con gli altri giocatori. La sua comunicazione non era delle migliori. Capisco però di non aver giocato a inizio stagione ma le cose sono andate ben oltre. Sono successe molte cose che la gente non sa. L’empatia con l’allenatore non va bene, sono sincero”.

Partita con il Tottenham:

“L’allenatore non mi rispetta come merito, ma le cose vanno così. Ecco perché probabilmente ho lasciato lo stadio durante la partita contro il Tottenham. Sceglie chi pensa sia il migliore per la squadra, ma le scuse tutto il tempo… Non mi ha messo contro il Manchester City per rispetto della mia carriera ma voleva farmi entrare in campo all’87esimo contro il Tottenham? Lo ha fatto apposta, in Nazionale se è per giocare cinque minuti aiuto ma, in quella partita, mi sono sentito provocato. È ovvio ed è per questo che non rispetto l’allenatore. L’empatia tra noi non esiste e la stampa protegge lui e lo United. Ha firmato un contratto triennale, probabilmente non starò ancora a lungo nel club. Ma mi piacciono le persone oneste, che non mentono e i miei valori morali non sono negoziabili. Mi dispiace lasciare lo stadio in anticipo, sono rimasto molto deluso. Mi hanno sospeso per tre giorni, Penso che sia stata un’esagerazione, un’umiliazione per me. Non ho mai avuto problemi in nessun club o con nessun allenatore… Sono tornato a casa e mio figlio mi ha chiesto se non andavo alla partita, gli ho spiegato e lui ha riso. Mi sono scusato, ho commesso un errore, ma la punizione era troppo ed è stata come benzina per la stampa”.

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