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Pedri: «Se il Real m’avesse voluto sarebbe stato difficile dire di no»

Intervista ad Icon. «Poi quel treno è passato e due anni dopo ho firmato per la squadra dei miei sogni, della mia famiglia e del mio idolo Iniesta. A Tenerife tenevano tutti per il Madrid tranne noi…»

Pedri: «Se il Real m’avesse voluto sarebbe stato difficile dire di no»
Db Barcellona 12/10/2022 - Champions League / Barcellona-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Pedri

Il centrocampista del Barcellona Pedri è stato intervistato dalla rivista Icon, che ha pubblicato un lungo articolo su di lui. L’intervista comincia dalla dolorosa sconfitta col Bayern Monaco nella partita d’andata tra i due club, una delle sfide decisive per l’eliminazione dei blaugrana. Ha colpito il palo, Pedri, in quella partita. E poi ha dichiarato quanto segue.

«È stato molto difficile addormentarmi, quella notte. Non riuscivo a togliermi quel palo dalla testa. E poi trovavo quelle immagini ovunque: me lo inviavano tramite Whatsapp, mi menzionavano su Instagram, mi taggavano su Twitter… Non voglio drammatizzare, ma è stata dura…»

Pedri viene presentato da Icon come «un esempio di precocità, di meraviglia fisica e tecnica». Vengono riportate le parole di Valdano, che di lui disse che sembra che pattini in campo. Non a caso Luis Enrique lo paragonò a Iniesta. Pedri, scrive Icon, cerca di non dare retta ai paragoni: quando non è sul campo dice di essere un ragazzo normale delle Canarie, che ama le crocchette di tonno che cucina sua madre, che adora la musica e le serie tv, da Prison Break a La Casa di Papel. Nei tempi morti gioca alla Playstation con suo fratello maggiore, che vive con lui a Barcellona.

Parla di moda.

«Prima indossavo i vestiti che mi davano gli sponsor, qualunque cosa, ora ho iniziato a sviluppare il mio stile». 

Poi parla anche di calcio, ovviamente. Nel febbraio del 2018 Pedri poteva firmare col Real Madrid. Che decise di lasciar perdere per un fisico troppo fragile. Ma avrebbe firmato per il Real?

«L’ho sempre detto: sono del Barça, sono del Barça da quando ero bambino. Nonostante a Tegueste (la città di Tenerife dove è nato) tutti simpatizzassero per il Real Madrid. Nella mia famiglia c’era una delle poche eccezioni. Mio padre e mio nonno tifavano per il Barcellona, mio nonno andava spesso a vedere la squadra al Camp Nou. Poi, certo, penso che se la mia ambizione era farmi strada come calciatore professionista sarebbe stato molto difficile rifiutare l’offerta di uno dei più grandi club della storia di questo sport. Però quel treno è passato, due anni dopo ho firmato per la squadra dei miei sogni. Quella della mia famiglia e quella del mio primo idolo calcistico, Andrés Iniesta»

 

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