ilNapolista

Mbappé: «Volevo lasciare la Nazionale. Non volevo giocare per chi mi vedeva come una scimmia»

Intervista a Sports Illustrated: «Ho cambiato idea perché arrendermi non sarebbe stato un buon messaggio. Macron? Mi ha chiamato ogni mese…».

Mbappé: «Volevo lasciare la Nazionale. Non volevo giocare per chi mi vedeva come una scimmia»
Torino 02/11/2022 - Champions League / Juventus-Paris Saint Germain / foto Imago/Image Sport nella foto: esultanza gol Kylian Mbappe’ ONLY ITALY

Sports Illustrated dedica un’ampia pagina a Mbappé. In estate ha firmato il rinnovo con il Paris Saint Germain grazie anche alle pressioni esercitate dal Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron. Mbappé racconta il contenuto delle telefonate che gli ha fatto Macron per convincerlo. Scherza sul fatto che il Presidente gliene ha fatte davvero tante.

«Sono state poche chiamate. A dicembre, gennaio, febbraio, marzo…».

Continua:

«Mi ha chiamato e ha detto: ‘So che vuoi andartene. Voglio dirti che sei importante anche in Francia. Non voglio che tu te ne vada. Hai l’opportunità di scrivere la storia qui. Tutti ti amano. Gli ho detto che l’ho apprezzato, perché è davvero pazzesco. Il presidente ti chiama e vuole che resti».

Su Mbappé c’è stato un feroce corteggiamento del Real Madrid.

«Sarebbe stato più facile andare al Real Madrid. Ma ho questa ambizione personale: sono francese. Sono un figlio di Parigi e vincere qui è qualcosa di molto speciale. E’ come essere in grado di scrivere il tuo nome nella storia del tuo paese per tutta la vita».

Mbappé parla del razzismo. Dice che alcuni cori che i tifosi gli avevano fatto contro lo avevano spinto a pensare di lasciare la Nazionale francese.

«Mi sono detto: ‘Non posso giocare per persone che pensano che io sia una scimmia. Non giocherò. Ma poi ho riflettuto su tutte le persone che giocano intorno a me e che fanno il tifo per me e ho pensato che non sarebbe stato un buon messaggio arrendermi. Perché penso di essere un esempio per tutti. Questa è la nuova Francia. E’ per questo che non ho rinunciato alla Nazionale. Perché è un messaggio per le giovani generazioni, come dire loro: “Siamo più forti di così”».

Mbappé del resto si sente francese.

«Mi sento francese perché sono nato in Francia e mi hanno dato l’opportunità di crescere normalmente. La gente pensa molte cose sulla banlieue senza esserci mai andata. Ho imparato molti valori lì. Quando ne parlo alle persone, non pensano che sia reale quando dico: ‘Sì, non ci sono problemi lì. È come ovunque’».

L’educazione di Mbappé, che includeva lezioni di flauto e scuola cattolica, è stata relativamente agiata grazie ai suoi genitori, che rimangono i suoi più stretti confidenti e consiglieri. Quella stabilità, oltre a una struttura locale di atletica leggera ben organizzata, hanno offerto a Mbappé un trampolino di lancio ideale. Si diverte a raccontare una storia sui suoi valori di banlieue che dipende da un incontro con José Mourinho alla cerimonia di premiazione della FIFA, dove Mbappé ha salutato l’allenatore portoghese e poi ciascuno dei suoi ospiti.

«Sono arrivato e ho detto ‘ciao’ a José Mourinho perché lo conoscevo, è José Mourinho. Ma ho salutato anche gli amici e José Mourinho ha rilasciato un’intervista in cui ha detto: ‘Sono rimasto scioccato dal fatto che Kylian sia venuto e abbia detto ‘Ciao’ a tutti i miei amici’. E dopo, le persone me lo hanno chiesto e io ho detto: ‘È quello che ho imparato nella banlieue… Sono stato educato con rispetto».

ilnapolista © riproduzione riservata