I suoi giocatori sono disposti a tutto per lui: un vero leader è chi ti vede arrivare in triciclo e ti convince che puoi vincere il Tour de France
Non appoggiare Luis Enrique è indecente, scrive El Mundo. E traccia una linea di demarcazione netta tra chi non perde occasione per criticare il commissario tecnico della Spagna e chi invece, come il quotidiano spagnolo, darebbe la vita per lui.
“Ci sono quelli che lo criticano per tutto, sì. E poi – sulla sponda opposta – ci sono quelli come noi, che amano assolutamente tutto di Luis Enrique”.
El Mundo usa immagini eloquenti per parlare del ct della Spagna.
“Un leader è qualcuno che ti vede arrivare su un triciclo e ti convince che puoi vincere il Tour de France”.
E ricorda quanto scritto dallo scrittore messicano Villoro:
“Ogni sport deve il suo trionfo alle parole che i protagonisti portano nella loro mente. Un’espressione precisa può attivare i mitocondri, sospendere la sudorazione e la stanchezza, motivare contro le avversità, portare alla conquista di un trofeo, quell’oggetto misterioso che di solito è orrendo e piace più di ogni altra cosa”.
El Mundo scrive:
“Nel calcio e nella vita, chi è sicuro di quello che sta facendo parte sempre da un vantaggio: quello di non essere condizionato da un’idea. Così il nostro con il loro allenatore. Se domani contro la Germania chiedesse ai giocatori di mangiare cinque sacchi di rischi per la colazione, i ragazzi lo farebbero fino alla morte e senza chiedere spiegazioni. Guardando ciò che abbiamo visto, per quelli di noi che non credono in Dio, Luis Enrique è la cosa più vicina a una divinità. E questo non solo per la devozione dei fedeli, ma per la possibilità del miracolo. Ci piace Twitch Enrique perché gli importa molto poco di ciò che la gente dice di lui. Perché ha osato con i giovani che a malapena giocavano nei club. Perché quando vede una pallottola che gli punta contro mette in mostra il petto. Perché non ha festeggiato gli ultimi gol l’altro giorno”.
E conclude:
“L’Argentina ha Messi. Il Brasile ha Neymar. La Francia ha Mbappe. Bene, signore e signori, è ora di riconoscere che abbiamo Luis Enrique Martínez García“.