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Juventus, Elkann teme di essere trascinato nel fango dai pasticci di Agnelli (Libero)

Andrea è il secondo azionista della società che controlla la cassaforte di famiglia e siede nei cda di Exor e Stellantis. Se le indagini si allargano tutto il gruppo può avere problemi

Juventus, Elkann teme di essere trascinato nel fango dai pasticci di Agnelli (Libero)
Db Torino 27/05/2019 - partita del cuore / Nazionale Cantanti-Campioni della Ricerca / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: John Elkann

John Elkann rischia di essere trascinato nel fango e nei guai dai pasticci di suo cugino Andrea Agnelli, ormai ex presidente della Juventus. Lo scrive Libero. I due sono ai ferri corti da tempo e in gioco c’è l’impero di famiglia per il ruolo che Agnelli ricopre nei cda di Exor e Stellantis. Se le indagini della magistratura si allargassero, tutto il gruppo potrebbe avere problemi. Libero scrive:

In gioco c’è l’impero di famiglia e il ruolo stesso di Elkann, che teme di essere trascinato nel fango (e nei guai) dai pasticci di suo cugino. Già, perché se l’inchiesta, almeno per ora, riguarda solo la società calcistica, il passo per un effetto domino sull’intera galassia del gruppo è brevissimo”.

Quando si parla di Exor, scrive il quotidiano, vengono subito in mente i tanti marchi degli Agnelli, dalla Ferrari alla Fiat, dai camion Iveco ai trattori Cnh, dalle scarpe di lusso dalla suola rossa Christian Louboutin ai giornali (tra cui Repubblica e Stampa) del gruppo Gedi. Società di cui la holding detiene partecipazioni rilevanti se non il controllo totale. Ma non è tutto.

Pochi sanno o ricordano, però, che la Exor non è il primo anello della catena. Anch’essa è a sua volta controllata, con il 53%, da un altro veicolo di famiglia, la Giovanni Agnelli Bv, società italiana di diritto olandese nata nel 1984 come srl e diventata accomandita per azioni nel 1987. La Giovanni Agnelli, fondata dall’Avvocato, è posseduta da circa cento membri della famiglia, tutti discendenti della nobile stirpe. Ma i soci di peso sono sostanzialmente tre: John Elkann, che controllala baracca con il 38%, Alessandro Nasi, figlio di Andrea e di Daniela Remmert, e imparentato con la dinastia piemontese grazie al matrimonio del barone Carlo Nasi con Caterina Aniceta Agnelli, e poi ovviamente Andrea Agnelli, il cugino finito ora nella bufera che è diventato il secondo socio con l’11,85%. Inutile addentrarsi nel groviglio di quote che fanno capo al ramo Agnelli e al ramo Nasi. La sostanza è che l’ex presidente della Juventus è legato a doppio filo all’intera galassia della famiglia (siede anche nel cda di Exor e in quello di Stellantis) e le indagini della magistratura (e della Gdf) nei suoi confronti potrebbero facilmente far venire alla luce fatti o operazioni sgraditi in tutte le società del gruppo“.

Libero continua:

nei Palazzi di Giustizia c’è chi è convinto che sulla testa del giovane rampollo degli Agnelli stia per abbattersi qualche fulmine. Minacce dalle quali, dopo il sostanziale disimpegno del manager dall’Italia con il trasferimento all’estero di tutte le sedi legali, potrebbe essere più difficile proteggersi”.

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