La testimonianza dei fatti di San Siro su La Repubblica: «Non si sono fermati nemmeno davanti ai bambini. Quelli che minacciavano erano ragazzini».
«Gli ultras dell’Inter urlavano “non sai chi sono io terrone di merda, ti taglio la gola”»
Su La Repubblica una testimonianza sullo sgombero forzato dei tifosi interisti dalla Curva Nord di San Siro, sabato, durante Inter-Sampdoria. Gli ultras hanno abbandonato la curva e costretto gli altri tifosi a fare altrettanto dopo aver appreso della morte di uno dei loro capi, Vittorio Boiocchi. L’intervistato preferisce restare anonimo, per ovvi motivi. Racconta:
«A fine primo tempo hanno detto a tutti noi che eravamo in curva di uscire. Un ragazzo, molto giovane, ha messo le mani addosso a un uomo. La figlia, che avrà avuto sei o sette anni, ha iniziato a urlare e allora sono intervenuti degli altri ragazzi della curva per fermarlo. In molti gridavano “c’è la bambina, c’è la bambina”».
Ma non ha funzionato. Gli ultras dell’Inter hanno minacciato di tagliare la gola a chi non eseguiva i loro ordini.
«No. Il clima era caldo. A un altro tifoso con figli piccoli al seguito, che protestava per i modi con cui gli era stato intimato di andarsene, uno di questi ragazzini della curva ha urlato “non sai chi sono io terrone di merda, ti taglio la gola”».
Come mai parla di ragazzino? Era molto giovane?
«Quelli che insultavano e minacciavano avevano meno di venticinque anni, alcuni non arrivavano a venti. Uno di loro ci ha urlato “o uscite con le buone o vi buttiamo fuori, qui comandiamo noi e si fa come diciamo noi”».
Ha avuto paura?
«Temevo che nella calca in uscita, in caso di panico, qualcuno potesse rimanere schiacciato. Ho visto una ragazza piangere, spaventata, e l’ho consolata. Fare sfollare miglia di persone con minacce è stato pericoloso. Siamo usciti dalla curva, alternative non ce n’erano».
È rientrato in un’altra zona dello stadio per vedere il secondo tempo della partita dell’Inter.
«Accedere al terzo verde era impossibile, le forze dell’ordine impedivano l’accesso».
Racconta che era tornato ad abbonarsi allo stadio dopo diversi anni. Ma che ora aspetterà un po’ prima di tornarci.
«Sì, ci tornerò, ma non dalla prossima partita. Voglio aspettare che si calmino le acque. Quel che è successo non deve ripetersi».