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D’Onofrio era entrato nell’associazione arbitri con Nicchi, a luglio lo hanno premiato

Il Corsera scrive: “di giorno procuratore capo degli arbitri, di notte narcotrafficante. Lo definiscono «serio, applicato, puntuale, preciso, apprezzatissimo»

D’Onofrio era entrato nell’associazione arbitri con Nicchi, a luglio lo hanno premiato
Db Zurigo (Svizzera) 01/06/2012 - amichevole / Russia-Italia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Marcello Nicchi

Rosario D’Onofrio il procuratore capo degli arbitri arrestato per traffico di droga.

Il Corriere della Sera scrive:

Di giorno procuratore capo degli arbitri, di notte narcotrafficante. La doppia vita di D’Onofrio era così: dalle 8 alle 18 lo chiamavano «dottore», poi una volta uscito dall’ufficio diventava «Rambo», il suo nome nel giro dello spaccio.

Quarantadue anni, ex ufficiale medico dell’esercito poi sospeso quando s’è scoperto che non aveva la laurea in medicina, casa nel Milanese, questo D’Onofrio era entrato in Aia nel 2013 sotto la lunga presidenza di Marcello Nicchi. Primo incarico: giudice sportivo. «Un funzionario serio, applicato, puntuale, preciso, apprezzatissimo» assicura chi lavorava con lui, incredulo. Tanto che nel marzo del 2021 arriva addirittura la promozione, e che promozione: il neo presidente Alfredo Trentalange lo nomina capo dell’ufficio indagini degli arbitri.

A luglio, gli avevano consegnato il premio Concetto Lo Bello come «dirigente nazionale particolarmente distintosi»: un dettaglio che non fa altro che acuire l’imbarazzo del mondo arbitrale, che si ritiene parte lesa e starebbe valutando azioni legali. Il danno d’immagine è enorme. Ripararlo non sarà semplice.

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