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Raspadori come Del Piero e Ravanelli: sempre in gol nelle prime tre partite in Champions

Il terzo italiano ad esserci riuscito dal 1995. Un altro piccolo record per l’attaccante del Napoli. Una statistica Opta

Raspadori come Del Piero e Ravanelli: sempre in gol nelle prime tre partite in Champions

Opta ci regala la statistica relativa ad un altro piccolo record agguantato da Giacomo Raspadori con il Napoli. L’attaccante ex Sassuolo è stato autore di uno dei 4 gol con cui il Napoli ha battuto l’Ajax al Maradona in Champions, qualificandosi in anticipo agli ottavi di finale. Con la sua rete, Giacomo Raspadori è diventato il terzo calciatore italiano ad aver segnato in tutte le sue prime tre partite nella massima competizione europea. Raspadori arriva dopo Alessandro Del Piero e Fabrizio Ravanelli, che ci sono riusciti nel 1995. Si tratta di una statistica Opta.

 

Ieri Raspadori ha parlato in conferenza con Luciano Spalletti.

«Domani è una grande occasione per noi, vogliamo dare continuità a quello che stiamo facendo. Alimentare l’entusiasmo, contenti per il ritorno di Osimhen, più siamo e meglio è. Si gioca ogni tre giorni. Essere in tanti alza il livello di ciascuno. La competizione fa bene, è sana».

«Avere la fiducia del mister è stato molto importante, sentirsi da subito all’altezza della squadra. La libertà in campo di poter esprimersi, è il motivo per cui il mio inserimento è stato positivo».

«Il nostro percorso sta andando alla grande, nostro obiettivo è alimentare la mentalità che stiamo costruendo. Con l’euforia si tende ad abbassare la concentrazione, dobbiamo migliorare su questo, vogliamo alimentare la voglia di far bene. Soprattutto in Champions. Limare i dettagli su cui possiamo migliorare tanto».

«Le cinque sostituzioni è un aspetto molto positivo, ti porta sempre a essere al servizio della squadra. Ci sono tanti momenti per mettersi in mostra. Per noi è importante essere a disposizione della squadra nelle occasioni che ci vengono date».

«Quel che finora sono riuscito a esprimere arriva dal lavoro della. squadra. Il risultato di un singolo non dipende quasi mai dal singolo, arriva dal lavoro della squadra. Mi sono sempre sentito attaccante, cresciuto da prima punta, mi sento naturale in quel ruolo, non è ora che mi sto rendendo conto di poterlo fare. Mi sono sempre sentito a mio agio».

«Penso che alla base di tutto questo ci sia grande rapporto di amicizia e stima dell’uno con l’altro. Tutto vogliono andare in campo con determinazione. La competizione sana aiuta tanto, c’è un bel clima che porta vantaggi a tutti. Le scelte spettano al mister, sceglie in base al tipo di partita, allo stato di forma dei calciatori».

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