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Pizarro: «Spalletti un grande ma sbrocca senza motivo. Fece scappare un laziale che ci insultava»

Intervista al Messaggero: «Quando arrivai a Udine stava prendendo a capocciate un muro. Inspiegabile la sua rottura con Totti»

Pizarro: «Spalletti un grande ma sbrocca senza motivo. Fece scappare un laziale che ci insultava»
Mi Roma 19/09/2010 - campionato di calcio serie A / Roma-Bologna / foto Marco Iorio/Image Sport nella foto: David Pizarro

Pizarro il primo Lobotka di Spalletti. Il Messaggero intervista il cileno cervello dell’Udinese e della Roma di Spalletti.

«Sì, finalmente Spalletti ha trovato il nuovo Pizarro. Lobotka è l’uomo giusto, quello che mi somiglia di più».

Il primo giorno con lui?

«Tornavo a Udine dal Cile, dove stavo in prestito, ed ero pure infortunato Mi presento al campo e lui stava prendendo a capocciate un muro».

Bene.

«Si era fatto male Alberto, giocatore fondamentale per quella Udinese che doveva salvarsi. Luciano era disperato».

Un bell’impatto, no? Ma poi nel tempo cambiò tutto.

«Ho scoperto un uomo vero e un grande allenatore, che mi ha sempre voluto con sé. Anche in Russia. Con tutto l’affetto, in Russia no».

Difetti e pregi di Spalletti.

«Pregi: uomo generoso, onesto, leale, parla in faccia. Difetto: a volte sbrocca senza motivo».

Avete mai litigato?

«A Udine. A fine allenamento mi riprende davanti a tutti e io ho abbandonato il campo».

E a Roma?

«Anni meravigliosi, la squadra giocava un calcio fantastico. Uno scudetto perso in Toscana: Empoli, Livorno…».

E in allenamento che tipo era?

«Preciso, maniacale nella tattica, gli schemi, giocavamo a memoria. Un giorno Okaka si ostinava a colpire la palla di tacco. Tacco qui, tacco lì. Spalletti interrompe l’allenamento e con quell’accento toscano.. “oh Stefano, i tacchi te tu lasciali fare a Totti”. Era così, diretto».

Ecco, capitolo Totti: una storia interrotta malamente.

«È un qualcosa che non mi spiego I primi anni erano culo e camicia. Poi, boh. È arrivato il momento che i due si facciano una bella chiacchierata».

Che altro “sbrocco” ricorda?

«Una volta, in pullman, stavamo andando allo stadio e a piazzale Clodio trovavamo sempre un tizio affacciato in balcone, che esibiva un grande bandierone della Lazio, e non faceva altro che insultarci. Luciano fece fare inversione al pullman e tornò indietro verso quel balcone».

E il tizio?

«Sparito, e anche la bandiera. Non si è fatto più vedere. Quel pullman era pieno di storie, con quella gente dentro, un mix di intellettuali e “stupidi”, leggeri».

Che partita prevede?

«Attacco contro difesa».

Una Roma rinunciataria?

«Una Roma mourinhiana. Capace di interrompere il gioco avversario e farti male».

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