Per Sconcerti l’aggressione dei tifosi della Fiorentina «ha un’attenuante»: l’errore arbitrale
Concede il bis dopo Haaland e la sindrome di Down. «Una volta c'era il delitto d'onore. L'Inter doveva giocare in dieci. Non si può accusare di inciviltà»

Per Mario Sconcerti l’aggressione dei tifosi della Fiorentina ai danni del tifoso interista, durante Fiorentina-Inter al Franchi, sabato, ha delle attenuanti. L’editorialista del Corriere della Sera lo ha dichiarato a Pressing, trasmissione in onda su Mediaset. Commentando i fatti accaduti allo stadio di Firenze, Sconcerti ha dichiarato:
«Ci sono dei processi, le cosiddette attenuanti. Abbiamo detto qualunque cosa sulla violenza, siamo tutte persone civili che ogni tanto perdono la testa. Nessuno può dire che ammetto la frustrazione e per questo ammetto la violenza, però è un’attenuante. In questo Paese esisteva il delitto d’onore se tu ammazzavi la donna che ti aveva tradito, quindi esistono cose di questo tipo. Era una cosa al passato, meglio precisarlo. Al Franchi eravamo sul caldo dopo una partita che l’Inter doveva giocare in dieci, non si può accusare di inciviltà e fare noi lezioni di moralità su un avvenimento sportivo falsato».
Insomma, per Sconcerti urlare come bestie «Buttalo di sotto!» di fronte ad un’aggressione in piena regola di un tifoso avversario, se fatto a caldo dipende dalla frustrazione. La frustrazione o l’avvenimento sportivo falsato da una mancata espulsione giustifica la rabbia animalesca dei tifosi del Franchi. Un tempo c’era il delitto di onore. Le donne potevano essere ammazzate se tradivano. Che sarà mai il linciaggio di un tifoso avversario sugli spalti? L’arbitro non ha espulso un interista, i tifosi viola forse erano solo incazzati.
Vale la pena ricordare che qualche settimana fa, parlando di Haaland, Sconcerti disse: “ha questa faccia un po’ da sindrome down, non normalissima”. Ovviamente anche in quel caso si scatenò una bufera, e ci mancherebbe che non fosse così. Tanto che Sconcerti fu costretto poi a scusarsi:
“Mi sono svegliato con il telefono pieno di messaggi contro. Quando ho capito perché, ho capito anche che avevo sbagliato. Ho sbagliato involontariamente, perché stavo celebrando Haaland, ma l’espressione era infelice. Se tanta gente si è sentita offesa, è evidente che l’errore c’è. Non era mia intenzione, mi spiace. È la conferma che anche quando hai tanti anni di parole alle spalle, non si finisce mai di trovare quelle giuste per dire quello che davvero si vuole”.
Evidentemente non è riuscito nemmeno stavolta a trovare le parole giuste.