Agnelli lo ha individuato come l’uomo della ricostruzione, basta col mercato delle figurine. Resta il nodo del contratto col Napoli fino al 2024
L’estate 2022 è stata calcisticamente l’estate di Cristiano Giuntoli. La sessione di calciomercato che lo ha consacrato. Gli ha consentito di emergere dall’anonimato mediatico, ora è sistemato nella cornice con su scritto: “il principale protagonista del Napoli rivelazione di inizio stagione”. Nell’“ambiente” è sempre stato considerato. Il miracolo Carpi – portato dalla Serie D alla Serie A con pochi spiccioli – gli consentì il grande salto al Napoli. Ormai sette anni fa. Era l’estate del 2015, quella della rivoluzione post-Benitez con l’avvento degli sconosciuti Sarri e Giuntoli.
Si è sempre visto poco e sentito meno. Anche quando concede interviste, raramente lascia il segno. È accaduto una sola volta, quando si è tolto i sassolini dalle scarpe definendo “popolino” i contestatori del Napoli. Era caduto in disgrazia per aver condotto l’infausta operazione Ancelotti-Gattuso. De Laurentiis lo aveva relegato in un angolo. Da cui però è uscito con una serie di colpi da manuale del calciomercato.
Mentre Juventus e Roma (e in parte l’Inter) seguivano il modello di acquistare calciatori stagionati a parametro zero, il Napoli ha effettuato il tanto atteso rinnovamento concedendo al direttore sportivo l’ultima possibilità. E lui se l’è giocata come meglio non avrebbe potuto. Ha potuto contare sull’appoggio del preparatissimo scouting del club, sulla collaborazione con Spalletti, ma tanto ce l’ha messo del suo.
Kvaratskhelia è uno di quei colpi che ti cambiano la vita. Ci sarà sempre il suo nome ad affiancare quello dello straripante georgiano che ha numeri d’alta scuola, limiti ancora ignoti, anche se viene ingabbiato in strane polemiche sui palloni da lui passati mentre pochi ne riceve. Kvaratskhelia sarà sempre il fiore all’occhiello della bottega Giuntoli, ma in vetrina ci sono anche Kim (altro acquisto da urlo), Lobotka (che proprio il “suo” Gattuso aveva riposto nello scantinato nel sotterraneo prima che Spalletti lo recuperasse dai robivecchi), Rrahmani (che il signor Luciano sta trasformando in un difensore centrale da grande squadra), Di Lorenzo, Olivera terzino sinistro che la critica sta sottovalutando. Senza dimenticare Raspadori pagato sì tanto ma che oggi vale già di più.
Sembra assurdo ma la Juventus un vero e proprio direttore sportivo non ce l’ha. E si vede, aggiungiamo. Non lo è Nedved. Non lo è Arrivabene. Non lo è Cherubini né Calvo. Il vuoto lasciato da Paratici (amico di Giuntoli) non è stato colmato. Il mercato delle figurine (Pogba, Di Maria) al momento possiamo serenamente dire che è stato un fallimento. Agnelli (e non solo lui in famiglia) ha capito che va cambiata la strategia. Che la Juventus – se vuole avere un futuro – deve tornare a chiudere i bilanci in attivo, a realizzare plusvalenze generose. Oltre che a riprendere a vincere. E nella ricerca dei tagliatori di teste bianconeri l’identikit di Giuntoli corrisponde al 98%. È quasi perfetto. È l’uomo giusto. È l’uomo che è stato individuato per la rinascita della Juventus.
Manca un tassello. Il direttore sportivo fiorentino ha ancora un anno di contratto con il Napoli. Chiuderebbe la sua esperienza in azzurro nel 2024. Bisogna parlare con Aurelio De Laurentiis che però è un uomo di mondo ed è spesso riconoscente con i suoi “uomini”. Tra i due in passato è sceso il grande freddo. Ma il ds gli ha lasciato in dote più di 200 milioni potenziali di plusvalenze, considerando anche Osimhen. Materiale sufficiente per mettere da parte qualche eventuale residuo di rancore. Che vuoi che sia il milione netto, o poco più, che Giuntoli guadagna a Napoli? Tutto può accadere. Ma l’impressione è che si vada verso una separazione a fine anno, non solo consensuale ma con tanti abbracci e affettuosi in bocca al lupo per il futuro. Ricostruire la Juventus resta un obiettivo ancora troppo affascinante per chiunque faccia questo mestiere in Italia.
Poi, eventualmente, il Napoli dovrà trovare un successore all’altezza. Nel 2023 scade anche il contratto di Spalletti. Il Napoli ha un’opzione che può esercitare per la stagione 2023-24.