Sul CorSport. Pochi meritano la titolarità, troppo ridotte le distanze tra un giocatore e l’altro. Per questo l’allenatore cambia tanto, troppo

L’unica nota positiva di questa Juventus, scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, è Milik.
“A oggi la sola nota positiva è senz’altro l’ultimo arrivato, Arek Milik, l’attaccante necessario che si è ritrovato alla Juve soltanto dopo che Morata non ne ha più voluto sapere di rientrare a Torino (dicono che gli fossero state fatte delle promesse che la società non ha potuto mantenere: troppo elevato, in effetti, il prezzo del riscatto) e poiché è tramontata anche la trattativa con l’onerosissimo Depay. Milik ha un’evidente confidenza con il gol, sa giocare con la squadra e negli anni ha imparato a muoversi nella direzione giusta per ricevere il pallone. Lo sa difendere, proteggere. Tenere. Cose che non stanno riuscendo a Vlahovic, che ha sei anni meno del compagno di reparto e, naturalmente, un’insufficiente esperienza in Champions”.
Allegri aveva ragione la scorsa stagione, quando disse che Vlahovic ha delle potenzialità straordinarie ma deve prima capire dove è finito.
“Considero Allegri uno degli allenatori più geniali del calcio europeo, temo tuttavia che i limiti di questa Juve siano superiori alle sue capacità: pochi meritano la titolarità, troppo ridotte le distanze tra un giocatore e l’altro. Per questo lui cambia tanto, troppo. Forse è il caso di definire gerarchie più chiare, fare scelte decise, anche per limitare gli stati confusionali”.