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Wanna Marchi e “la lunga marcia del denaro”

Su Netflix la serie sulla televenditrice poi condannata a nove anni di carcere con la figlia. La forza delle tv commerciali

Wanna Marchi e “la lunga marcia del denaro”

Abbiamo visto con molta fatica le quattro puntate della miniserie “Wanna” – su Netflix da pochi giorni – che racconta le gesta della tele-imbonitrice Wanna Marchi e della figlia Stefania Nobile. Il quadro risulta essere esaustivo e ci riporta a quegli anni che in molta parte abbiamo vissuto. Wanna Marchi è una donna di origine contadina – nel Bolognese – che acquisisce delle competenze nel campo dei cosmetici e tra la fine degli anni ’70 ed ’80 inizia a fare la televenditrice di uno scioglipancia miracoloso che condito da espressioni ingiuriose volte ai telespettatori – ma soprattutto alle telespettatrici – coarta grande parte del pubblico televisivo all’acquisto. È la forza delle tv commerciali di quegli anni che si inserisce in un’Italia in trasformazione che non riesce ad avere dei contrappesi culturali per contrastarla. La Marchi urla ed ottiene audience e sequela in un’epoca senza social, dove con un telefono tu potevi instaurare un rapporto di fiducia diretto.

Dopo un periodo di popolarità che oscura altri grandi venditori – Roberto da Crema, Joe Denti, etc… – la Marchi fallisce con un concorso in bancarotta fraudolenta – dopo essere stata in contatto con un personaggio ambiguo vicini alla criminalità organizzata. Dopo la condanna, con il sostegno di un imprenditore pidduista Attilio Capra de Carrè riprende a Milano con una trasmissione in cui vende numeri a lotto, talismani e macumbe servendosi del brasiliano maestro di vita Mário Pacheco do Nascimento. Ancora soldi a palate, ma il 27 novembre 2001 Striscia la notizia con Ghione e la complicità di una cliente rompe l’omertà. L’arresto nel gennaio 2002, eppoi il processo che inizia nel 2003 e dura fino alla Cassazione: Marchi madre e figlia sono condannati a nove anni, ma ne scontano 6.

“La lunga marcia del denaro” come avrebbe scritto Ceronetti influenza queste due vite che nel nulla di quegli anni vuoti hanno cercato di riempire i loro di vuoti truffando chiunque, ma soprattutto persone fragili e senza spirito critico. Consiglio a tutti di vedere questa serie che racconta gli invasamenti che il mezzo televisivo e la comunicazione hanno prodotto non solo nel settore commerciale ma anche in politica: ed i cui effetti – noi sempre più avvertiti – subiamo ancora oggi in pieni anni 2000.

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