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Malatrasi: «Italiano corre per il campo come un tarantolato. I tecnici sanno cosa dicono di loro i giocatori?»

Alla Gazzetta: «A me piace gente come Ancelotti e Lippi, sereni, seduti, attenti sempre alla partita ma senza tanto sbraitare».

Malatrasi: «Italiano corre per il campo come un tarantolato. I tecnici sanno cosa dicono di loro i giocatori?»

Sulla Gazzetta dello Sport un’intervista a Saul Malatrasi. Ex difensore di Inter e Milan, è l’unico giocatore ad aver vinto la Coppa dei Campioni con due squadre della stessa città, prima con l’Inter di Herrera, nel 1965, e poi col Milan di Rocco, nel 1969. Ha giocato anche con Spal, Fiorentina, Roma e Lecco. In carriera ha vinto anche tre scudetti, una
Coppa Italia (con la Fiorentina), due Coppe delle Coppe.

«Quando l’Inter perde io penso sempre ad Angelo Moratti e ai miei compagni che non ci sono più. Ho 84 anni, uno più del Trapattoni che è del ‘39. L’ultima volta che l’ho sentito gli ho chiesto: “Come stai, Giovanni?” Mi ha risposto mogio: “Si tira avanti, da poveri vecchi”. Su, su Giuan, pensiamo al futuro. Io guardo quasi tutte le partite alla tv. E divento matto quando vedo tutti quegli allenatori, assistenti, motivatori, che rigirano i fogli a bordo campo a spiegare al ragazzo appena arrivato dalla Polonia o dal Camerun chissà cosa».

Parla degli allenatori di oggi:

«Non dico niente. Solo che a me piace gente, o piaceva gente, come Ancelotti e Lippi. Sereni, seduti, attenti sempre alla partita ma senza tanto sbraitare. Ho visto quello della Fiorentina, Italiano, correre su e giù per il campo come un tarantolato. Ma gli allenatori sanno cosa dicono di loro i giocatori in campo?».

E sui giocatori di adesso:

«Dico soltanto che andavo a letto alle 9 di sera e che ero un professionista. Non mi è piaciuto il modo con cui si è comportato De Ligt con la Juve. E non mi piacciono quelli che fanno un gol o una bella parata e pretendono subito il ritocco dell’ingaggio. Io ho avuto molti allenatori, sono stato in ottime squadre, Fiorentina, Roma, Inter, Milan. Ho avuto anche richieste dalla Juve, ho parlato con l’avvocato Agnelli, ma sono sempre stato tranquillo, al mio posto. Pensavo solo a giocare bene. Quelli di adesso si riempiono la bocca con la parola “professionista”, si toccano la maglia, mettono la mano sul cuore. Poi scappano in Francia, in Spagna, in Inghilterra».

Su Maignan:

«Fantastico. Il più grande acquisto in tutti i sensi, mi entusiasma. Fa il portiere, il libero, il regista, lancia gli attaccanti. E’ una manna per i difensori, sai che lui è nel posto giusto e tu puoi muoverti tranquillo. Mi ricorda Giuliano Sarti, portiere di straordinaria capacità e posizione».

Chi è favorito per la vittoria del campionato?

«L’Inter è potente, se gioca di rimessa con Lautaro e il Lukaku di due anni fa è la numero uno. La Juveha fatto un grande acquisto, Milik, ma non è forte in difesa. Il Milan? Vediamo se regge Giroud e se torna il miglior Kjaer. Il Napoli è bello e brillante. Intanto cerchiamo di andare tutte avanti in Europa».

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