Al Corsera. «L’Italvolley? De Giorgi è uomo dalle scelte coraggiose e tempestive. Ha preso decisioni delicate perché generazionali»
Il Corriere della Sera intervista il presidente del Coni Giovanni Malagò alla vigilia dell’incontro col premier Mario Draghi su MilanoCortina2026, che – così si legge sul quotidiano – «sta diventando una preoccupazione» per il passo lento e burocratico. Non all’altezza di un’estate felice: nuoto, atletica, scherma, ginnastica e poi volley.
«C’è in corso una nuova guerra, economica, che nasce da quella vera tra Russia e Ucraina. Quello dello sport è un grido di dolore che arriva dovunque. Gruppi e società sportive che non ce la fanno. I ristori fin qui ottenuti non sono sufficienti. E una società sportiva che chiude, perché non riesce ad andare avanti, è un passo senza più ritorno. La filiera dello sport che fa capo al Coni e scende giù giù attraverso le federazioni, l’associazionismo, il mondo del volontariato, ha bisogno di sostegno. Se Milano-Cortina è un’esigenza? Può diventarlo. Basta perdere tempo. Importante capire che dopo Parigi 2024, l’Olimpiade invernale 2026 è l’evento più importante a livello sportivo per il nostro Paese. Il Cio, che ha dimostrato una grande fiducia assegnandoci l’organizzazione dei Giochi, chiede proprio questo, una completa assunzione di responsabilità da parte degli organi di governo».
Sul volley.
«Nell’ultimo decennio siamo sempre stati competitivi. Un dato che fa riflettere: la Federvolley ha vinto tutte le competizioni internazionali che vanno dall’Under 15 all’Under 23. Ma senza mancare di rispetto a nessuno, le vittorie sono frutto del lavoro e delle scelte di Manfredi e De Giorgi. De Giorgi è uomo dalle scelte coraggiose e tempestive. Dopo Tokyo ha capito subito che bisognava cambiare, prendere decisioni delicate perché generazionali. Ha costruito un gruppo capace di vincere col sorriso».
Il presidente Mattarella è stato colpito da questo aspetto.
«È vero, una squadra che si divertiva: quando Mattarella ha sottolineato questo aspetto, De Giorgi, che era vicino a me, mi ha sussurrato “magari c’è anche un po’ di incoscienza”. Va bene anche questa se è governata, non c’è dubbio che De Giorgi, di raffinata intelligenza, abbia davvero tutto e tutti sotto controllo. Il presidente della Repubblica, un minuto dopo la finale vinta contro la Polonia, ha invitato la Nazionale campione del mondo: “Vi aspetto al Quirinale”. Svelo un retroscena: Mattarella avrebbe ricevuto i ragazzi anche se non ce l’avessero fatta, se avessero perso. Il presidente vuole bene allo sport italiano e ai suoi atleti».
Pozzecco e De Giorgi: diversi.
«Poz è genio e sregolatezza. Ma anche lui sa fare squadra, ogni volta deve inventarsi tecnicamente qualcosa, perché il deficit in altezza con le avversarie spesso ci penalizza».
Ai Mondiali di calcio in Qatar non ci sarà la maglia azzurra. Che rabbia.
«Parlo tutti i giorni con il presidente Gravina, membro di Giunta Coni. Ha studiato un piano di riforme, c’è un progetto. Ovvio che tra tutte le parti in causa, per esempio Federazione e Lega, ci devono essere collaborazione e armonia. Che ora non ci sono. Il calcio italiano deve capire che è all’ultima chiamata».
Come è messo lo sport italiano?
«Il nostro Centro studi ha elaborato un dato, un numero impressionante: 283 medaglie vinte da atlete e atleti azzurri nell’anno solare, in competizioni olimpiche, mondiali ed europee. Cosa vuol dire? Che in classifica siamo il secondo Paese al mondo, dietro gli Usa, nello sport, davanti a nazioni più grandi o abitate, Cina, Russia, Francia, Inghilterra, Germania, Australia. Non era mai successo prima, dobbiamo essere orgogliosi».