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Collina: «Uno dei miei ricordi più belli è la corsa di Mazzone sotto la curva dell’Atalanta»

Al Festival dello Sport: «Prima potevi giocarti la carriera se sbagliavi in un big match, avrei voluto esistesse la Var»

Il presidente della commissione arbitri Fifa, Pierluigi Collina, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Festival dello Sport di Trento. Ha raccontato come è diventato arbitro.

“Sono diventato arbitro per caso. Un mio compagno di liceo mi invitò a un corso per direttori di gara. Avevo 17 anni, ci andai giusto per fare un’esperienza diversa, senza aspettative, senza ambizioni. Poi andò diversamente. Probabilmente nel mio Dna c’era qualcosa. Si impara subito ad assumersi responsabilità e prendere decisioni. Per arbitrare ci vuole amore per il calcio logicamente. È chiaro che anche un arbitro può tifare per una squadra. Ci sarebbe da preoccuparsi se non fosse così, è una cosa normale. Poi in campo esce la professionalità e si tifa per se stesso. La paura? A determinati livelli non deve esserci, ci vuole solo senso di grande responsabilità. Oggi con la tecnologia il rischio di fare errori si è attenuato, prima invece potevi giocarti una carriera se sbagliavi in un big match. La paura vera o più che altro senso di impotenza l’avverti quando arbitri i più giovani e vedi fuori i genitori che non capiscono il momento e hanno atteggiamenti anti-sportivi”.

Sul Var:

Sul fuorigioco automatico:

“Abbiamo provato ulteriormente ad alzare l’asticella. Il nostro obiettivo è fare meglio del Mondiale in Russia. Questa tecnologia sul fuorigioco ci permetterà di essere ancora più precisi e di avere tempi brevi per non creare attesa che, abbiamo capito, al mondo del calcio non piace. Questo dipende dalla tecnologia che viene utilizzata adesso, di altissimo livello. L’accuratezza è massima e i tempi rapidi. Si identifica l’esatto momento in cui viene colpito il pallone, ci sono informazioni che vengono date 500 volte al secondo. L’immagine che viene fuori è in tre dimensioni, che permette di vedere anche le minime posizioni del corpo”.

Ha parlato anche dei calciatori e allenatori con cui ha avuto a che fare in carriera.

“Il calciatore più educato è Ricordo Wise, attualmente al Como ed al tempo al Chelsea. In una partita stava correndo di fianco a me e mi sentii una pacca sul sedere. È stata una maniera simpatica nel dimostrare una condivisione di quello che stavo facendo in campo. Fra gli allenatori la cosa più bella che ho visto è Carlo Mazzone, durante Brescia contro Atalanta quando corse sotto la curva dell’Atalanta. Poi tornò da me e mi disse che sapeva che sarebbe andato fuori. È uno dei ricordi più belli che ho in assoluto. Bello non per l’espulsione ma per il momento particolare che fu. Il più maleducato? In campo si vive la partita, capisco le situazioni che magari venivano a crearsi. Io in campo sorridevo oppure il contrario. Il Times mi ha inserito fra i 50 calciatori più cattivi della storia. Ma ho giocato poco a calcio, nel ruolo di libero. Un amico vero nel calcio? Gli amici sono sulle dita di una mano. Quelli cresciuti con me. Il calcio tecnologico sarà robotizzato? La vita è fatta di tecnologia, non si può guardare indietro e rimpiangere i tempi che sono stati. Certo, bisogna gestirla. E comunque dietro ogni tecnologia c’è un uomo che la usa per rendere tutto migliore”.

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