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Più pesanti per i maschi, più leggere per le donne: la battaglia dei sessi agli Us Open è una questione di palle

L’Equipe: la differenziazione nasce qualche anno fa, per velocizzare il gioco femminile, troppo lento. Swiatek: “Non è più così, dateci le stesse palline”

Più pesanti per i maschi, più leggere per le donne: la battaglia dei sessi agli Us Open è una questione di palle
Parigi (Francia) 04/06/2022 - finale Roland Garros / Swiatek-Gauff / foto Imago/Image Sport nella foto: Coco Gauff ONLY ITALY

La rivendicazione di genere, nel tennis, è diventata una questione di palle. E non i famigerati “attributi” della retorica calcistica: proprio le palline. Quelle che i maschi useranno agli US Open da lunedì non sono le stesse che useranno le femmine. Le palle delle donne sono più leggere, si spelacchiano più velocemente, diventano presto ingovernabili. E le giocatrici si sono incazzate. Ne scrive L’Equipe.

Iga Swiatek, la numero al mondo, su Instagram ha commentato la foto dei due tubi di palle del torneo così: “Queste sono le palle con cui giochiamo, fatte per terra battuta e indoor, dice l’etichetta. E queste sono le palle con cui giocano gli uomini, fatte per il gioco prolungato sul cemento. PS: Anche noi giochiamo sul cemento”.

Paula Badosa è stata la prima a scatenare la protesta: “La 24enne spagnola – scrive L’Equipe – ha intrapreso una crociata. Lo Slam americano è un’eccezione, l’unico torneo importante a offrire palle diverse a donne e uomini durante i suoi quindici giorni. Per avere il tempo di adattarsi, i tornei che precedono New York si sono giocati con la stessa dotazione di Wilson Regular Duty”.

Swiatek ha rincarato: “Sinceramente non mi piacciono. Molte giocatrici se ne lamentano. Il problema è che sono più leggere e lo diventano sempre di più man mano che giochi. Facciamo più errori, è difficile controllarle”.

Il giornale francese spiega che la differenziazione nasce, qualche anno fa, dal tentativo di velocizzare il gioco femminile, spesso troppo lento. Ma ora, protestano le donne, non è più così.

“Le sensazioni cambiano abbastanza radicalmente – continua L’Equipe – tanto che Andy Murray inveì a Miami cinque anni fa quando una palla “femminile” scivolò in campo durante una delle sue partite. È il feltro che ricopre la sfera, più o meno denso, che fa la differenza. “Posso servire a 240 km/h con le palline delle ragazze, ha detto Taylor Fritz. Penso che le palle che usiamo siano piuttosto pesanti per noi. Quando prendo le palle ATP o Dunlop che usiamo per la maggior parte dell’anno e poi passo alle Wilson maschili, il mio braccio ne risente”.

Swiatek invece ci tiene: “Quindici anni fa le giocatrici potevano farsi male al gomito perché le palline erano pesanti, ma oggi siamo preparate fisicamente e non credo possa succedere. Esprimiamo molto potenza adesso, non è come dieci anni fa quando, a parte Serena, le ragazze giocavano più lente”.

Swiatek e Badosa hanno già sollevato l’argomento con il capo della WTA Steve Simon. La decisione non è affatto scontata.

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