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La facile ironia sulla mamma di Rabiot, e la campagna-stampa per lo “sgarbo” alla Juve

Giuseppe Pastore ricorda su Twitter la storia straziante che sta alla base del legame tra il francese e la mamma-procuratrice

La facile ironia sulla mamma di Rabiot, e la campagna-stampa per lo “sgarbo” alla Juve
Mg Londra (Inghilterra) 23/11/2021 - Champions League / Chelsea-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Adrien Rabiot

Le “richieste oscene” della madre-agente di Rabiot al Manchester United che lo voleva acquistare (sollevando la Juventus da uno dei tanti stipendi pesantissimi che gravano sul suo bilancio), hanno scatenato una specie di campagna di stampa sulla suddetta signora: la famigerata Veronique. Tutti più o meno derisori (la Gazzetta ha un pezzo apposta per spiegare “perché è giusto che Rabiot non giochi più, alla Juve”), piantati sul rapporto “insano” tra tanta mamma e il figlio tratteggiato quasi come uno incapace di intendere e di volere. In realtà il legame fortissimo tra i due ha una storia personale straziante, che ben ricorda su Twitter il giornalista del Foglio Giuseppe Pastore.

Adrien Provost Rabiot segna due gol, poi chiede di essere sostituito per andare accanto al padre, quasi sdraiato in tribuna su una sedia-lettiga a rotelle. Michel, il padre, è costretto all’immobilità assoluta in seguito a una patologia neurologica. Vigile, cerebralmente attivo, ma totalmente incapace di muoversi. C’è la foto di quella partita, tra gli Under 21 del PSG e l’Auxerre. Adrien all’epoca porta ancora il cognome del padre, Provost. Lo cambierà in quello della mamma che tutti conosciamo.

Era stato il padre, fissato col calcio, col PSG e Ginola, a portare il figlio al pallone. Poi le difficoltà, le cure costosissime e la signora Veronique che diventa procuratrice e proprietaria del cartellino del figlio.

“Il legame fortissimo e particolare tra Adrien e sua madre – scrive Pastore – su cui si sta ironizzando molto nelle ultime ore, nasce anche da episodi del genere che Rabiot, comprensibilmente, non ama sbandierare. Michel Provost è morto il 27 gennaio 2019, 12 anni dopo l’ictus. Rabiot sarà anche un giocatore modesto e alla Juve avrà fatto male (negli ultimi due anni, peraltro, in buona compagnia). Certo, sua madre è un personaggio vulcanico ma non risultano mai pistole puntate alla tempia di un direttore sportivo. Più in generale, la realtà è che noi – salvo casi eccezionali – non sappiamo quasi nulla degli atleti e di quello che gli passa per la testa prima di un allenamento o di una partita”.

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