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Il Guardian e la Premier che non è tutta rosa e fiori: c’è una distanza incolmabile tra chi ha e chi non ha

Le positive vibes della prima giornata rischiano di nascondere i problemi, dalla proprietà del Newcastle ai comportamenti del tifo

Il Guardian e la Premier che non è tutta rosa e fiori: c’è una distanza incolmabile tra chi ha e chi non ha

Si ritorna sulle gradinate, sugli spalti a tifare. Le stazioni ferroviarie si tingono dei colori dei club. È tutta una festa: ne parla il Guardian, a firma Nakrani, che scrive del Fulham che torna nel massimo campionato, con Craven Cottage che brulica di passione, contro il Liverpool. Il Liverpool: un ritorno da sogno. Col calcio che resta uno sport estremamente accattivante, che permette al piccolo di far sanguinare il naso al più grande. Eppure, continua il Guardian, se si fa finta di non sentire i podcast sponsorizzati, se non ci si fa prendere dall’euforia del momento, dalle positive vibes della prima giornata, il calcio inglese svela, a trent’anni dalla nascita della Premier League, tutta una serie di problematicità. Lo stesso Fulham, d’altronde, rimane un club ricchissimo e con un certo tipo di mentalità aziendale. Basti pensare che è in polemica coi propri tifosi per i prezzi dei biglietti. Il problema, scrive Nakrani, è enorme.

I modelli di proprietà finanziati dagli Stati (il Newcastle, ad esempio, alla prima stagione tutta saudita) contribuiscono a creare un divario enorme tra chi ha e chi non ha. Proprio sul Newcastle, il Guardian rammenta le parole di Amnesty International, che lo scorso ottobre definì l’acquisizione come «un duro colpo per chi difende i diritti umani». Non è solo questo il punto, ovviamente. Anche in Premier ci sono preoccupazioni crescenti per certi comportamenti dei tifosi, anche in Inghilterra c’è il razzismo sui social media. E poi c’è questa Coppa del Mondo nel bel mezzo del campionato. Mettere la testa sotto la sabbia non è ritenuto utile.

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