“Non ha provato a far capire quanto possa essere bello il calcio delle donne come sport, ha voluto creare personaggi come Sara Gama”

Su Avvenire c’è un’interessante analisi di Andrea Fagioli sull’idea di calcio femminile che ha avuto la Rai. Il principio che ha guidato la Rai nel trasmettere gli Europei di calcio.
Qui ci interessa mettere in evidenza il ruolo avuto dalla televisione, che ha cercato di promuovere il calcio femminile come fosse una battaglia per i diritti civili. E per farlo non ha provato a far capire quanto possa essere bello il calcio delle donne come sport in sé, ma ha cercato di creare dei personaggi. L’esempio più clamoroso è quello di Sara Gama, capitano della Nazionale, sulla quale da tempo si è concentrata l’attenzione della tv e che in vista degli Europei è stata ingaggiata per una campagna pubblicitaria di integratori e spesso chiamata per i collegamenti anche all’interno del Tg1 delle 20.
Può essere un caso, ma nella partita con la Francia è stata una delle peggiori in campo tanto da finire poi fuori squadra. Non crediamo di essere smentiti nel dire che le luci della ribalta televisiva non le hanno giovato e che la televisione ha sbagliato i conti dimostrando a proprio spese che questa non è la strada giusta per valorizzare il calcio femminile.