A “1 Football Club”: «Donnarumma ha scelto Parigi per soldi. Non deve tornare in Italia, deve stare lì e dimostrare di poter superare anche i momenti difficili”
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Dino Zoff, ex dirigente sportivo, portiere ed allenatore, nonché Campione d’Europa e del Mondo con l’Italia. Alcune sue dichiarazioni raccolte dalla redazione di IlSognoNelCuore.com.
Quanto perderebbe il Napoli senza Meret?
“Per il ragazzo è importante restare in Serie A. Non capisco perché Empoli, ma l’importante è avere il posto sicuro. Se Ospina è andato via, non capisco perché il Napoli dovrebbe lasciarlo partire. Empoli piazza tranquilla? Per un portiere non c’è mai una piazza semplice, sono tutte calde, perché quello è un ruolo di responsabilità e rischi”.
Koulibaly al Napoli?
“Koulibaly è Koulibaly, sta bene ovunque. Non credo sia lui a voler andare via, sta bene ed è un punto di riferimento. Ad ogni modo, ovunque andrà, farà bene. È un campione dentro e fuori il campo, ma il segno evidente lo lascia sul rettangolo di gioco”.
Con Pogba e Di Maria la Juve si sta muovendo bene?
“Con Pogba mi sembra un’ottima mossa. Su Di Maria non lo so, è un grande calciatore della nazionale argentina, viene dal Psg, ma ha comunque una certa età. L’importante è che la Juve ritorni a competere per lo scudetto nella prossima stagione”.
Chi ha fatto, fino ad ora, un mercato migliore tra Juve e Napoli?
“È presto, vediamo alla fine. Ad esempio, per lo scudetto della scorsa stagione davano tutti per favorita l’Inter, ma poi l’ha vinto il Milan. Questo ci fa capire che nel calcio è impossibile fare previsioni in nessun ambito, nemmeno nel mercato”
Come giudichi il primo anno di Donnarumma al Psg? Gli consiglieresti di tornare in Italia?
“Donnarumma ha scelto di andare a Parigi per una questione di soldi, non gli consiglio di tornare in Italia, anzi, deve stare lì e dimostrare di poter superare anche i momenti difficili”.
La Serie A è un cimitero di elefanti?
“In Inghilterra, ad esempio, hanno la forza economica di prendere campioni più giovani. Noi dobbiamo adattarci, i nostri club non hanno più quella disponibilità economica che ti consente di prendere giocatori forti ma anche giovani”.