Su Repubblica. Si parla tanto e poi i volti nuovi, ai raduni delle big, da Lukaku a Kvaratskhelia passando per Origi, sono tutti stranieri
Le grandi squadre della Serie A continuano a puntare pochissimo sui calciatori fatti in casa: ci si riempie la bocca, ogni volta che la Nazionale prende sberle, sulle necessità di dare più spazio nelle coppe europee a giocatori convocabili da Mancini. Poi inizia il mercato e i volti nuovi, ai raduni delle big, sono tutti stranieri. È il succo dell’articolo pubblicato dall’edizione odierna di Repubblica.
Da Origi a Lukaku, da Onana a Mkhitaryan, da Matic a Celik, senza contare Pogba e Di Maria (atteso a Torino venerdì). Ma anche Marcos Antonio e Mario Gila, Kvaratskelia e Olivera, Agustin Alvarez e tra poco anche Dodo: i club impegnati in Eurropa hanno investito già più di 50 milioni in calciatori presi da lontano. Meno della metà invece per assicurarsi acquisti made in Italy: la Lazio ha preso dal Verona il difensore Casale, che si aggiungerà alla ristretta cerchia di affari italiani, Cancellieri (anche lui alla Lazio), Bellanova (Inter), Mandragora e Gollini. Gli ultimi due acquistati dalla Fiorentina, che davanti ha preferito la scommessa Jovic all’usato sicuro di Belotti, scartato per- sino a costo zero dalle grandi d’Italia.
Fa eccezione il Monza. Paradossale è il caso Scamacca: è disposto a puntarci il Psg, non i club italiani.
Il Psg da setti- mane sta cercando di chiudere l’accordo col Sassuolo, oltre che con l’Inter per Skriniar: balla qualche milioncino, abbastanza per tenere in corsa il Napoli, che proverebbe a prendersi il centravanti romano soltanto se il Bayern si decidesse a comprare Osimhen.