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La Süddeutsche: «Che tristezza Rybakina costretta a giustificarsi per essere nata a Mosca»

La vincitrice di Wimbledon russa è diventata kazaka nel 2018, “la conferenza stampa dopo la vittoria è stata surreale”

La Süddeutsche: «Che tristezza Rybakina costretta a giustificarsi per essere nata a Mosca»
Londra (Inghilterra) 09/07/2022 - finale Wimbledon femminile / foto Imago/Image Sport nella foto: Elena Rybakina ONLY ITALY

“Yelena Rybakina non è assolutamente colpevole di nulla”. E invece la vincitrice di Wimbledon ha dovuto affrontare una surreale conferenza stampa quasi a doversi giustificare di essere nata a Mosca. La Süddeutsche Zeitung torna sul caso-non caso della tennista naturalizzata kazaka nel 2018, quando appunto mai avrebbe potuto immaginare che la sua Russia avrebbe invaso l’Ucraina. Ma la sua vittoria nell’anno dell’esclusione degli atleti russi e bielorussi a causa della guerra, ha ovviamente fatto scalpore. E per l’autorevole quotidiano tedesco tutto ciò che ne è seguito rappresenta una sonora sconfitta per il torneo più famoso del mondo.

“Quando la russa ha deciso nel 2018 di competere per un altro paese che semplicemente le prometteva migliori opportunità di formazione e finanziamento, non ha fatto altro che ciò che da tempo fa parte della vita quotidiana nello sport globale. Il commercio con le nazionalità non è affatto un fenomeno del solo tennis“, scrive la Süddeutsche.

“Prima del torneo di Wimbledon di quest’anno, c’era anche un caso che poteva sicuramente essere classificato come sfacciato. La russa Natela Dsalamidse, specialista di doppio che in precedenza era stata campionessa tedesca a squadre con il Ratisbona, si è unita alla Georgia senza ulteriori indugi e ciò che l’ha spinta a fare il passo era ovvio: voleva giocare con la sua compagna Alexandra Krunic all’All England Club, per soldi”. Non ha vinto Wimbledon e nessuno se l’è filata.

Ma Rybakina sì. Eccome. “Lei afferma di vedersi come una viaggiatrice del mondo. Si allena in Slovacchia, ad esempio, a volte a Dubai, viaggia molto, quindi il tour è la sua casa. Tali CV nel tennis sono in realtà all’ordine del giorno”.

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