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Buriani: «Oggi Milanello sembra una beauty farm, noi per fare gli skip usavamo i rami tagliati dagli alberi»

L’ex centrocampista alla Gazzetta: «Avevamo maglie di lana e giocavamo su campi che oggi non sarebbero accettati, sono cose che accorciavano le carriere»

Buriani: «Oggi Milanello sembra una beauty farm, noi per fare gli skip usavamo i rami tagliati dagli alberi»
Buriani, di spalle, con la maglia del Napoli contro la Roma di Ancelotti (tratta da almanaccogiallorosso.it)

La Gazzetta dello Sport intervista Ruben Buriani, ex centrocampista di Monza, Milan, Cesena, Roma, Napoli e Spal. Il tema è quello della longevità dei calciatori in Serie A.

«È cambiato tutto: i metodi di allenamento, le strutture, i campi, le maglie. Le nostre erano di lana, estate o inverno sempre quelle. E giocavamo su campi che oggi non sarebbero accettati: a San Siro, sotto la curva del Milan, l’area di rigore era sempre ghiacciata. E oggi Milanello sembra una beauty farm, ai miei tempi tagliavano i rami dagli alberi per farci fare gli skip. Sono tutte cose che accorciavano le carriere».

La sua carriera si interruppe anche per un infortunio.

«A 29 anni, ero al Napoli, giochiamo a Milano contro l’Inter: mi rompo tibia e perone. Un mese in ospedale, sei mesi di gesso. Quando me l’hanno tolto era rimasto praticamente solo l’osso. Niente più massa muscolare. E allora non era come oggi, che la chirurgia è migliorata e hai dei preparatori che ti seguono quotidianamente e individualmente per recuperare. Sono rimasto senza contratto e ho dovuto fare tutto da solo per rimettermi in forma. Ricominciai a casa mia, alla Spal, che mi diede un’opportunità. Ma dopo due anni dissi basta».

L’età era quella un po’ per tutti.

«Era normale, superati i trent’anni si cominciava a pensare al dopo. A quell’età non ci sentivamo più dei giovanotti capaci di recuperare in fretta. Giocavamo alle 14.30 e alle 11 ci mettevano in tavola parmigiana e filetto, otto ore per digerirli. Ma funzionava così, mica con le diete e le attenzioni di oggi, che ti attaccano un gps sulla schiena e sanno sempre come stanno i tuoi muscoli. L’allenatore se ti vedeva in forma bene, altrimenti ciao. Se Rivera giocasse oggi, e anche se è andato avanti fino a trentacinque anni, arriverebbe tranquillamente fino a quaranta».

 

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