Sarebbe potuto scendere in campo, magari debilitato e magari sarebbe migliorato prima della finale, ma Matteo non è questo, chapeaux
Il Corriere della Sera elogia il comportamento di Matteo Berrettini che, accusando alcuni sintomi del Covid, ha deciso di sottoporsi volontariamente al test che ha riscontrato la sua positività. Cosa che gli è costata il ritiro da Wimbledon. Sul quotidiano, Marco Calabresi scrive:
“Il gigante è buono, ma soprattutto ha una coscienza. Matteo Berrettini ha messo la salute davanti a Wimbledon, dove i bookmaker lo davano come secondo favorito dietro Djokovic”.
“Di sicuro, Berrettini se ne sarebbe potuto fregare: sarebbe potuto scendere in campo, magari debilitato, ma avrebbe potuto farlo. E magari in queste due settimane che lo separavano da un’altra finale, le sue condizioni sarebbero andate via via migliorando fino a farlo diventare di nuovo «The Hammer». No, Matteo non è questo. E se l’Italia dello sport, non solo quella del tennis, si è innamorata di Berrettini e del suo sorriso (aziende comprese, che lo hanno scelto come testimonial per diverse campagne pubblicitarie), è anche perché sapevano che nelle sue corde — che a Wimbledon, ahilui e ahinoi, non vibreranno con i servizi a 220all’ora — c’erano comportamenti responsabili come questo. Chapeau, Matteo, un altro Wimbledon arriverà”.