Al Corsera: “Milano è la città della partecipazione di modernità. È la città del ritorno, della nostalgia. È stato un affare disperato perché esistenziale”
L’operazione Lukaku è piaciuta moltissimo a Mario Sconcerti che al Corriere della sera ha regalato un’ode a Milano e alla milanesità.
Scrive:
A modo suo è l’affare più raffinato e disperato nella lunga storia del calcio. Perché alla base non c’è un’esigenza tecnica di una società, ma quella esistenziale (…). Conosco il calcio da un po’ di decenni, non ricordo un campione che si sia ridotto di un quarto lo stipendio per il piccolo piacere di tornare nella sua vecchia società.
È un successo soprattutto di Milano in quanto area di vita, modo di essere. Quando ero ragazzo e vivevo a Milano, la città era il culto dell’industria e dello smog. I romani, i napoletani, venivano su e chiamavano nuvolosi i milanesi. Oggi Milano è diventata non so come la città del voler essere, del ritorno, della nostalgia, dove senti che le cose accadono e desideri parteciparvi perché sono le cose del mondo. Non credo sia epica spicciola. È un orgoglio che si è allargato mentre quello degli altri si è perso nella globalizzazione. Milano è rimasta una casa e un bene di vivere che non fa modello, ma è un’indicazione di strada, una partecipazione di modernità.