Moggi: «I calciatori vanno in scadenza di proposito per guadagnare di più: è un problema da risolvere»
A 1StationRadio. «Non è tollerabile vedere dieci undicesimi stranieri in una squadra italiana. Vengono scelti perché costano di meno»

Gc Milano 04/03/2011 - trasmissione TV Chiambretti Night / foto Giuseppe Celeste/Image nella foto: Luciano Moggi
Luciano Moggi è intervenuto a 1Station Radio, durante il programma 1 Football Club. Di seguito, le sue dichiarazioni.
«Quello dei calciatori che vanno in scadenza è un problema che qualcuno deve risolvere. Ovvio che gli atleti siano proprietari delle proprie scelte, ma andare in scadenza lo fanno di proposito per strappare migliori condizioni economiche. Questo è un vero problema per le società, ma è difficile da risolvere, perché a contratto scaduto ognuno è libero di andare dove vuole. L’altra faccia della medaglia è che se un calciatore non rende secondo le aspettative, la società è costretta a pagarlo per quanto pattuito. Per questo io non farei più contratti lunghi. Qui bisogna prendere provvedimenti, ma nessuno lo fa»
Tra Adl e Spalletti c’è aria di crisi?
«Le liti tra allenatori e presidenti sono particolari. Durante la mia attività ho sempre imposto agli allenatori che il mercato lo avremmo fatto noi, dicendoglielo prima di assumerlo, in maniera tale che il mister non avrebbe potuto lamentarsi. Per me non è giusto indebitarsi pur di accontentare il tecnico, perché quest’ultimo non conosce le esigenze economiche del club»
Cosa fare per riformare il calcio italiano?
«Bisogna evitare di portare stranieri a getto continuo nei nostri campionati, non è tollerabile vedere dieci undicesimi stranieri in una squadra, quando poi la maggior parte di loro non sono all’altezza dei nostri ragazzi. Quindi il problema principale non sono gli allenatori, ma l’importazione di stranieri che vengono scelti al posto degli italiani solo perché costano di meno e non c’è bisogno di fideiussioni, ma bastano assegni. Le società sono favorite da un punto di vista economico. In Serie A abbiamo oltre 360 stranieri, e non credo che tutti questi siano all’altezza di stare nella nostra massima categoria. Il problema, dunque, non sono gli istruttori né i formatori delle Primavera»