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«Capisco la ritrosia dei calciatori gay a fare coming out, li chiamerebbero froci al primo errore»

Al Paìs il presidente dell’associazione Sport e Diversità: «Senza dimenticare i Mondiali in Qatar, paesi dove l’omosessualità è punita con la pena di morte»

«Capisco la ritrosia dei calciatori gay a fare coming out, li chiamerebbero froci al primo errore»
Parigi (Francia) 28/06/2019 - Mondiali di calcio femminile Francia 2019 / Francia-Usa / foto MAO/Panoramic/Insidefoto/Image Sport nella foto: Megan Rapinoe ONLY ITALY

El Paìs dedica un ampio articolo alla lotta nello sport per l’affermazione dei diritti LGBT+. Tra gli altri, parla David Guerrero presidente dell’associazione Sport e Diversità, autore del libro “Corri come una ragazza”. Parla della diversità del calcio rispetto agli altri sport.

“I tifosi sfogherebbero tutte le loro frustrazioni e la violenza verbale è terribile”, lamenta David Guerrero che considera comprensibile la ritrosia di una calciatore a non rivelare la propria omosessualità. “In caso di errore il primo insulto che riceverebbe sarebbe quello di frocio, gestire la pressione sociale è complicato”. Guerrero ritiene che non aiuta nemmeno la gestione di club e federazioni che vendono diritti di immagine a paesi in cui i diritti umani non sono rispettati. “Lo stiamo vedendo, ad esempio, con la Supercoppa spagnola tenutasi in Arabia Saudita, o il prossimo Mondiale che si terrà in Qatar. Come può un calciatore dire apertamente di essere gay se deve giocare in un paese in cui l’omosessualità è punibile con la pena di morte?”, chiede Guerrero.

 

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