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Branchini: «Le commissioni multimilionarie per Haaland e Mbappé? Chi controlla si gira dall’altra parte…»

Al CorSport: «Il presidente della Fifa vive a Doha e non ci fa sapere se è tollerabile che uno Stato sovrano possieda un club sfruttando la propria disponibilità finanziaria» 

Branchini: «Le commissioni multimilionarie per Haaland e Mbappé? Chi controlla si gira dall’altra parte…»

Il Corriere dello Sport intervista Giovanni Branchini. Ha lavorato o lavora ancora come agente con Guardiola, Ancelotti, Allegri, Rummenigge, Mourinho, Hoeness, Florentino Perez, Jorge Mendes, Andrea Berta, Gabriel Jesus. Ha portato in Italia i due Ronaldo.

«Ho letto che il presidente Casini conta di risolvere la questione delle commissioni degli agenti e altre storture del sistema con l’aiuto della Fifa. Dimostra di essere un neofita e un ottimista, di non essere a conoscenza della portata dei problemi, se ha ancora fiducia nella Fifa e in Infantino. Dal 2018 a oggi non è cambiato nulla, ovvero da quando la Fifa incontrò i più importanti agenti per fissare delle regole sui trasferimenti».

Cento milioni per Darwin Nunez, 300 e passa per Haaland, c’è addirittura chi parla di un miliardo del Psg per non far partire Mbappé per Madrid.

«Dovete chiederlo a chi li spende, quei soldi, non a chi li incassa! Si legge di commissioni multimilionarie all’agente e al padre di Haaland, secondo voi qualcuno controlla la regolarità delle operazioni o si gira disinvoltamente dall’altra parte? Perché non dare un’occhiata alle documentazioni che accompagnano quei pagamenti, visto che si è organi di controllo? I soldi ai genitori e ai parenti sono legittimi? Non meravigliamoci poi se fanno scuola nonostante le norme non sembrano consentirli. Mi domanda di Mbappé… Il presidente della Fifa vive a Doha e non mi sembra che abbia intenzione di farci sapere se è tollerabile, o meno, che uno Stato sovrano possieda un club sfruttando serenamente la propria disponibilità finanziaria e la flessibilità nella gestione degli aspetti commerciali. Il confine tra ricchezza e arroganza spesso sconfina nella più inaccettabile sopraffazione. Tutto consentito? Tutto lecito? Ce lo facciano sapere. Ci sarebbe bisogno di un confronto su molti temi, ma questi incontri non ci vedono convolti, mai: vi sembra normale?».

Parla del decreto crescita, dice che ha creato problemi.

«Quella norma è risultata discriminatoria nei confronti dei calciatori italiani. Soprattutto dei giovani: molti club, anche minori, hanno fatto ricorso alla fiscalità agevolata comprando quasi esclusivamente stranieri. Posso condividere la sostanza del decreto quando favorisce l’ingresso di campioni, non se diventa lo strumento per imbottire le squadre di stranieri di livello medio o basso che tolgono spazio ai nostri. I dati, quelli reali, sono impressionanti».

Su Lukaku:

«La considero una mossa non indispensabile, disponendo – l’Inter – di uno come Lautaro che secondo me ha potenzialità straordinarie non del tutto espresse. Inoltre il ritorno di Lukaku potrebbe bloccare altre operazioni tecnicamente valide».

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