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Quagliarella: «Una punta che calcia con un solo piede è un mezzo attaccante. Nel calcio devi cogliere l’attimo»

Alla Gazzetta: «Mi sono scoperto comunicatore. Nel calcio servirebbe più equilibrio, che ne può sapere chi non ha mai giocato a calcio?»

Quagliarella: «Una punta che calcia con un solo piede è un mezzo attaccante. Nel calcio devi cogliere l’attimo»
Bologna 14/03/2021 - campionato di calcio serie a / Bologna-Sampdoria / foto Image Sport nella foto: esultanza gol Fabio Quagliarella

La Gazzetta dello Sport intervista Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria. Domenica la squadra ligure sarà una delle due arbitre dello scudetto insieme al Sassuolo (che giocherà contro il Milan): affronterà l’Inter a San Siro.

«Sappiamo che ci guarderanno tutti, quelle di Milano e Reggio Emilia saranno le due gare più viste, San Siro sarà strapieno. Noi faremo di sicuro una partita molto seria, non possiamo permetterci figure di m… Sappiamo di sfidare uno squadrone, conosciamo la forza dell’Inter ma abbiamo visto contro la Fiorentina cosa voglia dire giocare con o senza pressione addosso. Comanda la testa, noi siamo e saremo mentalmente leggeri».

Giampaolo ha detto che lei gli ha dato un grande aiuto.

«Com’era giusto che fosse, sono qui da tanti anni, ho parlato molto con i compagni. Mi sono scoperto più comunicatore, proprio io che amo la riservatezza e mi piace essere leader con i fatti. L’ho fatto volentieri».

Quagliarella ha 39 anni.

«Non puoi dire, a un certo punto: “Nei prossimi due anni sto attento qui e là”. Servono dedizione e professionalità. Con un impegno sempre maggiore, se molli poi in campo i giovani ti volano sopra. Quest’anno ho lavorato nella parte superiore del tronco, ho messo su due-tre chili di muscolatura per tenere botta in campo. Il segreto è allenarsi sempre al massimo, come se dovessi giocare alla domenica».

Ha ancora qualcosa da imparare nel calcio?

«Certo, come nella vita. Io non mi sento a posto se faccio gol. A me piace servire gli assist, mi sento un attaccante a 360 gradi, non sto lì ad aspettare la palla per tirare in porta».

Nei momenti duri, lei si isola.

«I tifosi sono fondamentali. Poi, però, quando ci sono difficoltà, nel calcio servirebbe più equilibrio. Allora mi metto in una bolla. Sento certe critiche di chi mai ha giocato a calcio… Cosa possono sapere quel che accade in una frazione di secondo?».

Rimpianti?

«Talvolta ripenso ai momenti topici, ma così ti maceri. Non pensavo di arrivare a giocare ancora in A a quest’età. Giunto ai 34, ho pensato che sarebbe stato bello arrivare a 36, e avanti così. Ora andiamo verso i 40. A me piace dare del filo da torcere ai giovani e dire la mia».

Quagliarella come Ibrahimovic, in termini di leadership?

«Bisognerebbe chiederlo ai compagni. Io preferisco dare l’esempio in campo, con le parole sono bravi tutti. In allenamento a volte m’arrabbio. Ma se non provi un colpo lì, come potrai farlo alla domenica? Esempio banale: senza lavorare sul sinistro, come avrei potuto fare quell’apertura per Sabiri? A parte certi giocatori, una punta che ha solo un piede per calciare secondo me è un mezzo attaccante. Il calcio è fatto di attimi: se li perdi, ti mangiano».

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